Da La Domenica Sportiva a Portobello:: sono trascorsi 30 anni dalla morte di Enzo Tortora
Sono trascorsi 30 anni dalla morte di Enzo Tortora, che si spegneva il 18 maggio del 1988, soltanto un anno dopo la piena assoluzione in Cassazione, al termine del processo che lo aveva dipinto come un corriere della Nuova camorra organizzata. Nel 1987 la sua ultima apparizione in televisione, con Tortora che poté presentare l’ultima edizione del suo programma più celebre, Portobello.
Enzo Tortora, Portobello è il cult per cui sarà sempre ricordato
Nato a Genova nel 1928, da genitori di origini napoletane, Enzo Tortora è stato uno dei conduttori più importanti e influenti della televisione italiana. Tanti i suoi programmi di successo, ma il pubblico lo ricorderà sempre per due in particolare. Il primo è senza dubbio La Domenica Sportiva, che condusse dal 1965 al 1969.
Tortora, insieme con Gianni Serra, cambiò radicalmente il volto del programma, decidendo di portare degli ospiti presenti in studio, tramutando l’informazione sportiva in vero e proprio intrattenimento. Lo stile del suo programma ha avuto effetti enormi, influenzando ancora la programmazione odierna. Il 1965 fu un anno fortunato per lui, divenendo inoltre il primo conduttore italiano di Giochi senza frontiere.
Nel 1969 era all’apice della sua carriera, quando la Rai decise di licenziarlo. Non era affatto piaciuta una sua intervista, nella quale criticava la gestione amatoriale dell’azienda. Tornò soltanto nel 1976, alla guida di Portobello, che quest'anno tornerà in onda, condotto da Antonella Clerici. Il pubblico lo apprezzò così tanto da portare la produzione a promuoverla dalla seconda alla prima serata. È questo il secondo programma per il quale Tortora verrà sempre ricordato, riuscendo a battere ogni record di ascolti dell’epoca.
Enzo Tortora, il processo
Nel 1988 fu un tumore ai polmoni a portare via Enzo Tortora, la cui vita era cambiata per sempre il 17 giugno del 1983. Fu infatti coinvolto in una maxi retata e arrestato nel cuore della notte. Accusato d’essere un corriere della droga per la Nuova camorra organizzata, il conduttore trascorse sette mesi in carcere e molti altri agli arresti domiciliari.
Un errore giudiziario che ha travolto la sua carriera e sconvolto la sua esistenza: “Mi hanno fatto esplodere una bomba atomica dentro”. Commentò così l’accaduto, continuando a lottare dimostrare la propria innocenza, fino all’assoluzione, come detto, un anno prima della sua morte. Il pm responsabile dell’accusa fu Diego Marmo, che nel 2014 ha pubblicamente chiesto scusa alla famiglia di Tortora: “Agii in buona fede. È un tormento che mi porto dietro da troppo tempo”.
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