Intervista a Miriam Leone, attrice nel nuovo film In Guerra Per Amore di Pif

Nel nuovo film di Pif tra le grandi protagoniste c'è l'attrice Miriam Leone che veste i panni di Flora, la fidanzata di Arturo

Il 27 ottobre arriva al cinema il nuovo film di Pif dal titolo In Guerra Per Amore incentrato sul “patto” tra gli Americani e la Mafia stretto durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra gli altri attori del cast troviamo Miriam Leone, Andrea Di Stefano e Stella Egitto.

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Intervista a Miriam Leone

Come è andato il suo incontro con Flora? “Io e Pif avevamo voglia di lavorare insieme e ne avevamo parlato spesso. Un desiderio che un giorno si è materializzato attraverso un pacco giallo che mi ha spedito senza preavviso: conteneva la sceneggiatura, era il suo modo di presentarmi Flora…”.

Che cosa l’ha colpita del copione e del suo personaggio? “La possibilità di interpretare una donna siciliana e di tornare alle mie radici, e poi quella di indagare l'anima del migrante e di poter prendere parte a un progetto che, con intelligenza e ironia, denunciasse un fatto storico che ha favorito la mafia. Da siciliana tutto questo ha per me un valore molto forte e importante".

Ma c’è anche un aspetto romantico molto forte… “Flora è stata mandata dal padre a lavorare nel ristorante dello "Zio d'America" e viene catapultata dal paesino siciliano alla ruggente New York per cercare pane, fortuna e marito...Ma tra lei e il promesso sposo arriva Arturo e i due si innamoreranno. È a lei che viene in mente il piano: ed è per lei che Arturo andrà in guerra per amore”.

Conosceva il periodo storico raccontato nel film, ha fatto un lavoro di ricerca personale per documentarsi su storia, mentalità, costumi e abitudini dell'epoca? “L'amore e la passione per la Storia, per le storie, mi accompagnano da sempre, anche in questo mestiere. In questo caso, però, sono andata a cercare nelle radici della mia famiglia, negli album delle foto delle mie nonne. Ho ascoltato le storie di mia nonna Angela, che ha 91 anni e mi ha raccontato la sua giovinezza in quegli anni. Poi ovviamente con Pif c’è stato uno scambio continuo che mi ha dato indicazioni precise sul personaggio e sul periodo storico”.

Che tipo di collaborazione e di amicizia è nata tra lei e Pif prima e durante le riprese? “Ho sempre ammirato il lavoro di Pif, la sua capacità di fare denuncia "planando sulle cose", per dirla alla Calvino. Abbiamo subito instaurato un ottimo rapporto, veniamo dalla stessa isola e siamo entrambi lontani da casa, felici di tornarci, quando possiamo. Radicati eppure in viaggio. È stata un'occasione di arricchimento lavorare con lui”.

Ricorda qualche momento della lavorazione più significativo o impegnativo di altri? “Abbiamo girato delle scene a Fiumicino, al porto, alla fine di un pontile, un giorno in cui si erano scatenati tutti i venti gelidi dell'inverno, battevamo i denti e non riuscivamo a dire le battute. Allora qualcuno ci ha offerto un goccio di grappa (ah, Pif è astemio!). Ci è venuta la più classica ridarella, tipo quelle dei tempi di scuola, e non riuscivamo comunque a dire le battute perché ridevamo con le lacrime senza ragione. Forse eravamo semplicemente felici di essere lì”.