John Travolta non ascoltò Scientology: ha rischiato di non recitare in Pulp Fiction

Il segreto svelato da un ex membro della setta

Un killer tossico: non proprio la parte che la setta di Scientology approverebbe per un suo membro. Eppure quel ruolo ha portato a John Travolta una fortuna inaspettata: è il caso del ruolo nel famoso cult di Quentin Tarantino, Pulp Fiction. Travolta è membro di Scientology dal 1975: ora emerge una curiosità relativa proprio a quel copione. Si tratta di quanto dichiarato da Mike Rinder, ex membro del culto di cui Tom Cruise è l'esponente più famoso. Rinder ha confessato: "Ho una storia da raccontare su questo, ma non sono sicuro che dovrei farlo. Quando Quentin Tarantino ha offerto a John Travolta un ruolo in Pulp Fiction, John mi ha chiesto di esaminare lo script e dirgli cosa ne pensavo, visto che il suo ruolo era quello di un killer tossico, e io gli ho detto 'Oh, John, non penso che dovresti farlo'. Che gran consiglio che gli avevo dato. Dovrei fare l'agente". 

John Travolta, Pulp Fiction a rischio

Mike Rinder ha parlato del curioso fatto nel corso dell'ultimo episodio di A&E Leah Remini: Scientology and the Aftermath, una docuserie che ha visto anche l'attrice Leah Remini svelare diversi segreti, dopo aver anche lei abbandonato la setta di cui faceva parte dall'età di 7 anni.

Per fortuna di John Travolta, si diceva, l'attore decise di dire sì a Tarantino per Pulp Fiction: una pellicola valsa anche una nomination all'Oscar per il suo ruolo in quel film. 

Scientology: Tom Cruise il "messia"

Leah Remini ha raccontato di Scientology anche nel libro Troublemaker: Surviving Hollywood and Scientology, spiegando i segreti della setta lasciata nel 2013. Su Tom Cruise ha scritto: "Sì, gli adepti credono che stia cambiando il pianeta, perché è ciò che la ”Chiesa” sta dicendo loro”. Una sorta di Messia, insomma. E poi ancora: ”Quando ne facevo parte, vedevo Hollywood come un posto buio, pieno di anime che avevano bisogno di essere salvate. Ora lo vedo come un business qualunque in cui ognuno prova a fare la cosa giusta per se stesso”.