Jova Beach Party 2022, le accuse degli ambientalisti: "Insopportabile ipocrisia, andrebbe fermato"

Bufera su Jovanotti e il suo tour estivo: le proteste per l'accordo commerciale con Fileni e la distruzione di alberi a Marina di Ravenna

La mega-produzione del Jova Beach Party, il tour estivo di Lorenzo Jovanotti, avrebbe abbattuto 65 metri lineari di alberi a Marina di Ravenna per far posto all'area dello show. È l'accusa piovuta addosso a Cherubini e alla sua tournée, partita il 2 luglio da Lignano Sabbiadoro e patrocinata dal WWF. Gli ambientalisti incolpano Jovanotti e la sua agenzia di aver eliminato una serie di tamerici alti più di quattro metri in un periodo vietato per la nidificazione e pure di bloccare sui social i commenti negativi di chi solleva la questione nei suoi post.

Jova Beach Party, Marina di Ravenna denuncia: "Ma che green"

Non è la prima volta che Jovanotti è al centro delle critiche per il suo Jova Beach Party: già nel 2019 era stato bersagliato dagli ambientalisti, nonostante il proposito di mantenere il più basso possibile l'impatto dei suoi concerti nelle spiagge italiane. Quest'anno per il Jova Beach Party 2022, sostenuto da Intesa Sanpaolo, il cantante ha lanciato la missione Ri-Party-Amo. I suoi 21 concerti serviranno a pulire 20 milioni di metri quadri di spiagge, laghi, fiumi e fondali, ripristinare una serie di habitat naturali e finanziare un piano formativo di educazione ambientale per oltre 250.000 studenti, 8 workshop universitari e borse di studio.

Nonostante le buone intenzioni "green", i movimenti ambientalisti sono sul piede di guerra per la devastazione dei tamerici a Marina di Ravenna e anche per la scelta del partner food. Lo sponsor alimentare del Jova Beach Party è infatti Fileni, l'azienda marchigiana che si definisce leader nella produzione di carni bianche biologiche. La società è da tempo nel mirino dei comitati cittadini di Cingoli, Castelplanio e Vallesina perché la sua percentuale di produzione biologica è in realtà tra il 3,7 e il 5,7% del totale sui 24 milioni di polli prodotti in un anno nella "valle dei polli" tra le province di Macerata e Ancona. Secondo i numeri in possesso degli attivisti, Fileni ha disseminato il territorio di stabilimenti dove si pratica l'allevamento intensivo: ci sarebbero 5,3 polli per ogni abitante, il quintuplo della media nazionale.

Jova Beach Party 2022: Jovanotti massacrato da Giannini

Sulla questione Jovanotti è intervenuta a gamba tesa Sabrina Giannini, la giornalista televisiva che conduce Indovina chi viene a cena, il programma d'inchiesta di Rai 3 su cibo, ambiente, sicurezza alimentare e diritti degli animali. In un'intervista concessa all'Adnkronos, Giannini spiega che "Jovanotti che si dichiara ambientalista, dice di non mangiare carne e poi ha come main sponsor dei suoi concerti sulla spiaggia Fileni, che è tra i maggiori allevatori intensivi di polli, risulta incongruente".

Al Jova Beach Party va in scena un'insopportabile ipocrisia che andrebbe fermata. Dai concerti in spiaggia alla Marmolada, nelle questioni ambientali tutto si tiene. E purtroppo l'approccio di molti è improntato alla stessa dissociazione cognitiva, che abbiamo il dovere di colmare. Noi da sei anni con Indovina chi viene a cena cerchiamo di collegare i punti per dare agli spettatori gli strumenti per fare scelte che portino un cambiamento concreto.

La giornalista reputa "strano" che le amministrazioni consentano l'organizzazione del Jova Beach Party "accanto a parchi naturali ed aree protette, visto che ad oggi l'articolo 9 della Costituzione non tutela più solo il paesaggio, ma anche l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, mettendo per altro verso, un limite all'iniziativa economica privata che non può svolgersi in contrasto con la salute e l'ambiente". 

Io sinceramente mi chiedo perché ancora nessun magistrato abbia disposto il blocco di questi concerti sulle spiagge, che notoriamente sono habitat delicati e tutelati. Il numero dei fan non fa passare necessariamente dalla parte della ragione. Io credo che di fronte alla verità scientifica non ci sia molto spazio per il pluralismo.

Da giornalista, Giannini sente di "dover dire la verità" e si domanda "come faccia il WWF ad associare il suo nome a questa operazione", perché "non si può continuare a predicare bene e razzolare male".