Bufera su Laura Pausini che non canta Bella ciao perché "troppo politica"

Durante il talk show spagnolo "El Hormiguero", la cantante si lascia andare ad una considerazione che solleva un polverone

Bella ciao, il canto popolare dei partigiani e inno simbolico della Resistenza contro il fascismo, non piace a Laura Pausini. Durante l'ultima puntata del talk show spagnolo El Hormiguero, la cantante romagnola ha rifiutato di intonare la canzone perché "troppo politica". L'episodio succede nel corso del programma, quando la presentatrice dell'Eurovision 2022 e gli altri ospiti della trasmissione (Luis Fonsi, Antonio Orozco e Pablo López) partecipano a un gioco in cui devono cantare un brano che riporta nel testo la parola “corazón”.

Laura Pausini, Bella ciao "troppo politica": è polemica

Dopo aver intonato alcune canzoni in spagnolo, come Corazón espinado di Carlos Santana, Laura Pausini passa all'italiano e pesca dal cilindro Cuore matto. Peccato che in studio nessuno conosca il classico di Little Tony. A quel punto, il conduttore Pablo Motos decide di andare sul sicuro e abbozza il ritornello di Bella ciao, diventata famosa in Spagna e nel resto del mondo grazie alla serie Netflix La casa di carta. La replica della Pausini è secca, perentoria e immediata.

È una canzone molto politica e io non voglio cantare canzoni politiche.

Il video dell'episodio, rilanciato dai profli social di El Hormiguero (su Twitter è disponibile qui, al minuto 3:20), finisce subito nel mirino del web e scatena numerose reazioni politiche. Pausini è applaudita a destra e criticata a sinistra, tanto in Italia quanto in Spagna. 

Laura Pausini, politica si unisce alle polemiche su Bella ciao

La deputata socialista Adriana Lastra scrive che "rifiutarsi di cantare una canzone antifascista dice molto della signora Pausini e niente di positivo". Il collega socialista ed europarlamentare Ibán García usa l'arma del sarcasmo: "Né con i democratici, né con i nazisti. Uguale".

In Italia è Giorgio La Porta, giornalista e assistente dell'europarlamentare leghista Antonio Maria Rinaldi, a difendere la cantante. "La colpa di Laura Pausini – scrive sui social – non è di non aver cantato Bella ciao, ma di non aver mai dovuto elemosinare successo alla sinistra al Concertone del Primo maggio, alle feste dell'Unità e così via. È la differenza tra chi è bravo e chi è servo".

La "ritrosia politica" della Pausini è nata lo scorso maggio, quando un collettivo anti-castrista di Miami, Vigilia Mambisa, l'ha accusata di filo-comunismo a causa di una foto scattata nel 2018, che la ritrae in compagnia di alcuni membri del controspionaggio cubano. La contestazione al suo arrivo in Florida è stata eclatante, con tanto di CD distrutti con un rullo compressore e proteste di piazza con cartelli come "Laura Pausini, castrista, comunista, amica di Díaz-Canel".