Sul Giornale intervista cult a Luca Barbareschi: l'attore ne ha per tutti, da Fabrizio Gifuni e Elio Germano a Luca Ronconi e Nanni Moretti
Quarant'anni di carriera alle spalle e niente peli sulla lingua: Luca Barbareschi è un anticonformista di natura e così si racconta in una bellissima intervista a Gabriele Lazzaro rispolverata dal Giornale. L'attore, nelle sale in queste settimane nel cast del film L'ufficiale e la spia di Roman Polanski (che ha anche prodotto con la sua Eliseo Cinema), è sempre diviso tra l'Italia e l'America, pur conservando lo stesso obiettivo: combattere la stupidità del politically correct.
Luca Barbareschi, teatro e lotta al politicamente corretto
Parlando al Giornale qualche tempo fa, Barbareschi spiega perché il cinema italiano è in miseria, come ha raccontato nel recente DolceRoma.
Sto sulle palle a tutti i vari Virzì e Servillo, questa gente qui mi odia, perché loro sono degli snob tremendi quindi, fanno finta di essere intimisti, profondi, ma è tutta gente che vive in una casta.
L'attore cita il caso dei David di Donatello, che definisce "la più grande porcata fatta in televisione negli ultimi vent'anni", dove "un idiota come Ruffini si permette di insultare Sophia Loren dicendole bella topa".
Qui c'è una casta di idioti raccomandati, protetti dalla politica, protetti dalla casta autocelebrativa, che ha ucciso lo spettacolo italiano. Ci sono anche quelli veri, oggi, nello spettacolo, c'è gente che fa un patto col pubblico: Brignano fa 130mila euro a sera. Cioè, gente vera… Proietti, io, che faccio teatro da quarant'anni, Branciaroli. Poi però c'è una casta autocelebrata che può anche fare un peto al cinema o in teatro. Ed è sempre Chanel.
Barbareschi fa anche un altro esempio, contestato proprio perché scorretto: Checco Zalone.
Ma non può non aver vinto un premio! È bravissimo e spiritosissimo e non puoi non tener conto di quello che esiste, no?
Luca Barbareschi, politica e combattenti "snob"
Barbareschi ricorda i tempi dell'Elfo di Milano, quando andava in scena con i vari Claudio Bisio, Paolo Rossi, Maddalena Crippa e Irene Capitani "contro" il Piccolo di Strehler, e riserva l'accusa più forte a chi non ha il coraggio di rischiare. Secondo lui i "peggiori", quelli "in malafede", sono Fabrizio Gifuni e Elio Germano.
Vanno al Teatro Valle, fanno i combattenti, però col cazzo che si fanno arrestare. Hanno distrutto la società di raccolta per gli attori, questo per colpa anche di un senatore idiota del Pdl… tutti quelli di adesso hanno distrutto la Repubblica.
Barbareschi ne ha anche per Luca Ronconi, colui che "ha devastato il teatro italiano" ("al Piccolo non lavora un giovane da vent'anni"), e per gli attori "che contano", che alle sue prime non ci vanno.
Hanno paura che se vai a una prima di Barbareschi magari non ti chiama Nanni Moretti. A me di Nanni Moretti non me ne frega un cazzo, ma neanche a nessuno di questi. Io lavorerei domani con Moretti, se ha voglia, alla pari però.
Fonte foto: 01 Distribution