La famiglia di Michael Jackson contro 'Leaving Neverland': "È un linciaggio pubblico!"

Il film, proiettato al Sundance Film Festival, ha scatenato l'ira della famiglia Jackson e ha lasciato i fan senza parole.

La famiglia di Michael Jackson ha rilasciato una dichiarazione, in cui ha condannato Leaving Neverland, il documentario, diviso in due parti della HBO, nel quale si parla del cantante come colui che ha molestato giovani ragazzi, etichettandolo come un vero e proprio "linciaggio pubblico". Il documentario è stato presentato al Sundance Film Festival, provocando una dichiarazione da parte degli esponenti dell'entouroage Jackson, che l'ha definito un "assassinio di personaggi scandalistici".

Michael Jackson, la famiglia: "Living Neverland? Un linciaggio pubblico"

"Non possiamo semplicemente stare fermi mentre questo linciaggio pubblico continua, e gli avvoltoi e altri che non hanno mai incontrato Michael lo seguono", si legge nella dichiarazione che la famiglia Jackson ha elaborato in merito a Leaving Neverland. "Michael non è qui per difendersi, altrimenti queste accuse non sarebbero state fatte".

La recensione di Variety del film afferma:

Wade Robson e James Safechuck, entrambi intorno ai 30 anni, descrivono con disarmante eloquenza e autocontrollo, come Jackson abbia stretto amicizia con loro quando erano bambini e poi, per anni (a partire da quando avevano 7 e 11 anni, rispettivamente), abusava sessualmente di loro.

La dichiarazione della famiglia - rilasciata a Rolling Stone - alle accuse di molestie ai danni di Michael Jackson:

"Michael Jackson è nostro fratello e nostro figlio, siamo furiosi perché i media, che senza uno straccio di prova o un singolo pezzo di prova fisica, hanno scelto di credere alla parola di due bugiardi - creduti sulla parola - e  non a centinaia di famiglie e amici in tutto il mondo che hanno passato del tempo con Michael, molti a Neverland, e hanno sperimentato la sua leggendaria gentilezza e generosità globali. Siamo orgogliosi di ciò che Michael Jackson rappresenta.

E aggiunge:

Le persone hanno sempre amato riconcorrere Michael: era un obiettivo facile perché era unico, ma Michael è stato sottoposto a un'indagine approfondita [dalla quale è uscito] completamente innocente. Non c'è mai stata una prova di nulla, tuttavia i media sono desiderosi di credere a queste bugie.

Leaving Neverland è quel genere di massacro da tabloid che Michael Jackson ha sopportato in vita e che ora gli tocca anche dopo la morte. Il film prende accuse non confermate legate a cose che presumibilmente sono accadute 20 anni fa e le tratta come fatti. 

Michael Jackson, dopo la morte ancora accuse

La famiglia afferma che i creatori di Leaving Neverland non si sono prefissati l'obiettivo di far emergere la verità dei fatti, ma di sfruttare la popolarità - per così dire - delle accuse di abusi sessuali mosse contro il Re del pop:

I creatori di questo film non erano interessati alla verità, non hanno mai intervistato una sola anima solitaria che conoscesse Michael tranne i due spergiuri e le loro famiglie. Questo non è giornalismo e non è giusto, tuttavia i media stanno perpetuando queste storie.

Ma la verità è dalla nostra parte. Andate a fare la vostra ricerca su questi opportunisti. I fatti non mentono, le persone lo fanno. Michael Jackson era e sarà sempre al 100% innocente di queste false accuse.

La dichiarazione si conclude con queste parole rivolte al cineasta del docu-film, Dan Reed: "il regista ha trascurato il controllo dei fatti in modo da poter creare una storia così apertamente di parte da non consentire agli spettatori di vedere qualcosa di equilibrato".

Fonte immagine in evidenza: https://twitter.com/michaeljackson