Oliver Stone sulla guerra in Ucraina: "Putin ha sbagliato a invadere, ma gli Usa non devono gongolare"

Il regista spiega sui social che Putin "è caduto nella trappola tesa dagli Stati Uniti" e il conflitto "ci porta più vicini che mai a uno scontro finale"

"Anche se gli Stati Uniti hanno sulla coscienza molte guerre d'aggressione, questo non giustifica l'aggressione del signor Putin in Ucraina. Una dozzina di torti non fanno una ragione. La Russia ha sbagliato a invadere". Lo scrive Oliver Stone in un lungo e illuminante post apparso sui suoi profili social. La riflessione del regista spiega la guerra alle porte dell'Europa, le sue cause e conseguenze meglio di centinaia di ore di diretta televisiva e cronache di giornale apparse nelle ultime settimane. 

Oliver Stone, Putin "ha fatto nove errori": ecco quali

Dopo aver dedicato numerosi lavori a leader come Fidel Castro, Hugo Chávez e Lula da Silva, Oliver Stone ha prodotto Ukraine on Fire di Igor Lopatonok nel 2016 e diretto The Putin Interviews nel 2017. Insomma, conosce abbastanza bene l'argomento. Nel suo post su Facebook, il regista ritiene che Putin abbia fatto nove clamorosi errori. Su tutti ha sottovalutato la resistenza ucraina e sopravvalutato la capacità dell'esercito russo di raggiungere il suo obiettivo, oltre a sottostimare la reazione dell'Europa, specialmente della Germania (che ha aumentato le spese militari e il suo contributo alla Nato) e della Svizzera che ha rotto la sua neutralità dicendo sì alle sanzioni.

Stone è certo che adesso la Russia "sarà più isolata che mai dall'Occidente". Il presidente Putin ha infatti sottovalutato il maggiore potere della Nato, che finirà per fare più pressione sui confini della Russia e per inglobare l'Ucraina tra i suoi membri. Inoltre non sono stati valutati attentamente il danno arrecato all'economia russa, il potere dei social media in tutto il mondo, la crescita della resistenza interna e il riassestamento del potere nella classe degli oligarchi. 

Stone si domanda come Putin avrebbe potuto e dovuto salvare la popolazione russofona di Donetsk e Lugansk dall'aggressione militare dei neonazisti e nazionalisti filo-occidentali ucraini.

Il suo governo avrebbe potuto fare un lavoro migliore per mostrare al mondo gli otto anni di sofferenza di quelle persone e dei loro rifugiati – così come evidenziare l'incremento di 110.000 soldati ucraini sui confini di Donetsk-Lugansk, che stava avvenendo essenzialmente prima dell'attacco russo. Ma l'Occidente ha relazioni pubbliche molto più forti dei russi. O forse Putin avrebbe dovuto cedere le due province resistenti e offrire a 1-3 milioni di persone un aiuto per trasferirsi in Russia. Il mondo avrebbe potuto capire meglio l'aggressione del governo ucraino. Ma di nuovo, non ne sono sicuro.

Oliver Stone: Ucraina apre a uno "scontro finale"

Il regista riconosce che "ora è troppo tardi": Putin "è caduto nella trappola tesa dagli Stati Uniti e ha impegnato i suoi militari, dando il via alle peggiori conclusioni che l'Occidente possa trarre". Il presidente russo "ha rinunciato all'Occidente, e questo ci porta più vicini che mai a uno scontro finale".

Gli unici felici di questa situazione sono i nazionalisti e la legione di odiatori russi, che finalmente hanno ottenuto ciò che hanno sognato per anni, cioè Biden, il Pentagono, la CIA, l'Unione Europea, la Nato, i media mainstream – e non bisogna trascurare Victoria Nuland e la sua inquietante banda di neocon a Washington. Sottolineare la tossicità delle loro politiche (Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, espansione della Nato, rottura dei trattati nucleari, censura e omissione di fatti cruciali dalle notizie, ecc.) e sottolineare i doppi standard occidentali, incluso il pessimo comportamento di Kiev e Zelensky, cadrà ugualmente nel vuoto, mentre noi trarremo di nuovo le conclusioni sbagliate.

Gli Stati Uniti non devono "gongolare": Stone, da veterano della guerra del Vietnam e da "uomo che ha assistito all'antagonismo senza fine della Guerra fredda", è certo che "demonizzare e umiliare i leader stranieri non è una politica che può avere successo".

I negoziati informali sono necessari, perché qualunque cosa accada nei prossimi giorni o settimane, lo spettro di una guerra finale deve essere realisticamente accettato e mediato. Chi può farlo? Ci sono veri statisti tra noi? Forse, lo spero, Macron. Portateci gente come Metternich, Talleyrand, Averell Harriman, George Shultz, James Baker e Mikhail Gorbaciov.

La "grande tragedia invisibile" di questo conflitto è per Stone "la perdita di una vera partnership pacifica tra la Russia e gli Stati Uniti". E i responsabili sono "gli idioti che hanno continuato a provocare la Russia dopo la fine della Guerra fredda nel 1991: hanno commesso un terribile crimine contro l'umanità e il futuro".