Scarlett Johannson è un'icona del cinema americano, ma è considerata anche la testimonial magnetica per ogni spot
Nel 2006 l'Esquire la elesse donna più sexy del mondo, confermandole il titolo per la seconda volta nel 2013. Scarlett Johannson è di una bellezza folgorante e questo suo dono naturale sicuramente l'ha aiutata nella fortunatissima carriera. Tuttavia, il merito del successo dell'attrice non risiede certo unicamente nel suo aspetto fisico. Scarlett la sua carriera l'ha costruita con dedizione e impegno, come racconta in un'intervista: "Ero molto competitiva da ragazzina e ricordo che una volta ho dato in escandescenze in metro mentre andavo a fare un provino che mi risultava difficile. Mia madre mi disse: "Devi volerlo fare, non posso farlo io per te. E non voglio obbligarti a farlo se lo odi". Mi sono resa conto che dovevo affrontare la cosa molto seriamente, impegnandomi di più".
Scarlett: dal cinema agli spot il suo talento è magnetico
Ma il talento dell'attrice risiede anche nell'essere estremamente versatile. La donna, infatti, ha recitato in numerosissimi film di successo ma è stata scritturata anch per tantissimi spot, venendo definita addirittura "magnetica". Recentemente l'abbiamo vista in uno spot di Dolce&Gabbana in bianco e nero, al fianco di Matthew McConaughey, mentre gira in auto per le strade della Grande Mela sulle note di Mina che canta "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli.
L'attrice ha girato gli spot delle più grandi marche
Ma la musa di Woody Allen di spot ne ha girati tanti, da quello per Möet & Chandon (Möet for Glamour, Sharing the Magic eMöet for Celebration), a quella del Double Espresso della Mt. Rainer, da Calvin Klein alla campagna di beneficenza indetta da Bono Vox, Red, in uno spot diverso dai precedenti.
Lo spot censurato: poco adatto alle famiglie e numerosi ammiccamenti
Certamente il più discusso è stato lo spot della Sodastream, che fu lanciato durante il Superbowl, e che è stato addirittura censurato per gli evidenti ammiccamenti e perchè ritenuto non adatto alle famiglie: Inoltre, la frase finale risultava palesemente contro Pepsi e Coke, sponsor ufficiali dell'evento sportivo.