Durissimo post della giornalista contro il rapper: "Se questo è fare un serio percorso terapeutico io sono Joe Biden"
Narcisista ed esibizionista. È quello che Selvaggia Lucarelli pensa di Fedez, pur senza mai nominarlo direttamente. Succede sui social (e dove sennò), in una serie di stories su Instagram che scatenano la classica discussione divisiva tra favorevoli e contrari. Sembra la solita vicenda di gossip, eppure di mezzo c'è un tema serio: condividere il proprio percorso di psicoterapia sulle reti sociali virtuali.
Selvaggia Lucarelli contro Fedez per gli audio dall'analista
Tutto comincia quando Fedez posta nelle stories di Instagram gli audio dell'incontro che ha avuto con il suo psicologo registrati all'indomani della scoperta di avere un tumore raro al pancreas. Nelle registrazioni si ascolta il rapper piangere, disperarsi, ammettere di avere paura di morire e temere di non essere ricordato dai suoi figli.
Un modo di comportarsi che lascia perplessa Lucarelli. La giornalista non può fare a meno di esprimersi sulla questione e senza citare Fedez, scrive anche lei via social un pensiero forte in merito.
Registrarsi e postare la propria seduta di psicoterapia non è normalizzare la psicoterapia. Bisogna smettere di utilizzare il verbo 'normalizzare' per camuffare le più svariate forme di narcisismo/esibizionismo/incapacità patologica di conservare una sfera privata.
Nella giudice di Ballando con le stelle desta dubbi anche l'idea di presentarsi dal proprio analista con un registratore.
Poi un giorno parleremo anche di quanto possa essere un percorso autentico ed efficace la psicoterapia fatta a favore di microfono e/o videocamere, prevedendo/sapendo che quello che dirai sarà ascoltato o visto da milioni di persone. Se questo è fare un serio percorso terapeutico io sono Joe Biden.
Fedez dallo psicologo: i dubbi sui social
Le parole di Lucarelli, nemmeno a dirlo, dividono i follower. C'è chi è d'accordo con lei, come un analista che risponde in un commento.
Da psicoterapeuta sottoscrivo. Comprendo il suo dolore e le sue paure, tutto è lecito. Ma lo spazio, il setting terapeutico va protetto e tutelato. È uno spazio intimo, privato. Ci sono altre forme e modalità per condividere e veicolare le sue paure.
Non manca chi invece è dalla parte di Fedez e difende la sua scelta, come lo psichiatra e psicoterapeuta Federico Tonioni.
Tante persone comuni, come ha fatto il cantante, esprimono l'angoscia della morte online. Prima la malattia era una vergogna, metterla nella piazza virtuale è l'antistigma e può essere d'aiuto.
Infine arriva il messaggio di una donna malata di carcinoma che apprezza tantissimo il gesto del rapper.
Non potete immaginare quanto ci si sente soli davanti ad una diagnosi di carcinoma. Ed è difficile aprirsi e mettere a nudo le proprie debolezze, così come ricordarle senza alcuna forzata rimozione. Ringrazio Fedez. E poi, è possibile che si debba giudicare sempre tutto e non si possa accettare nel silenzio ciò che danno altri, anche se non lo si condivide o non lo si farebbe?