Teo Teocoli fa a pezzi il sindaco Sala: "Non ha alcun contatto con la gente, parla come un ragioniere"

L'attore, 78 anni, si racconta senza peli sulla lingua a "Specchio": "Della demolizione di San Siro non mi frega un c..."

In vista dell'euroderby di semifinale di Champions League tra Milan e Inter, Specchio intervista un rossonero doc: Teo Teocoli. L'attore, 78 anni, si racconta senza peli sulla lingua alla rivista de La Stampa. A partire dal nuovo San Siro: il Meazza scomparirà nel 2027 ma al comico non sembra importare granché. "Che lo demoliscano, non me ne frega un ca**o, tanto a Milano buttano giù tutto e butteranno giù anche lo stadio, come ogni cosa", dice Teocoli.

Teo Teocoli: Milan nel cuore, Sala nel mirino

A Teo Teocoli interessa piuttosto un'altra cosa: un club come il Derby, quel luogo magico in via Monte Rosa 84, periferia nord ovest della città, che ha rappresentato un pezzo di storia per la società dello spettacolo italiano.

Ho chiesto al sindaco Sala perché a Milano, la città del Derby, non ci sia un cabaret e lui mi ha risposto che non è il suo lavoro. Mi sembra non abbia alcun contatto con la gente, poi magari è bravo, ma parla come un ragioniere.

Se Teocoli è diventato uno dei comici più amati, lo deve proprio al Derby e a tre grandi amici: Enzo Jannacci, Cochi e Renato.

Dopo Hair, in centro a Milano incontro tre pazzi: Jannacci, Cochi e Renato, che avevano un dolcevita e cercavano di allargarselo a vicenda per rovinarselo. Di Enzo non si capiva niente quando parlava, come sempre, poi una volta mi tenne un'ora al telefono prima che capissi cosa voleva: era una commedia a teatro, Saltimbanchi si muore, con Lino Toffolo. Poi capitai per caso al Derby, dove si ballava, c'era il jazz, comici, musicisti: Enzo, Gaber, Lauzi, Bindi, Paoli. Vivevo di notte, tornavo a casa alle cinque del mattino.

Teo Teocoli, lite Berlusconi un capitolo chiuso

Il Derby era milanista: gli interisti erano pochi. Teocoli rivela che quando andavano allo stadio, lo facevano in gruppo. Ad ogni gol dei rossoneri Diego Abatantuono, che all'epoca era meno famoso di loro, faceva lo scalmanato e si voltava verso di loro ad esultare, ma gli altri facevano finta di non conoscerlo.

Per un periodo Teocoli, che era craxiano e amico di Bettino, fu osteggiato persino dall'allora patron Silvio Berlusconi.

Una volta ci siamo detti una battuta, lui se l'è presa e mi ha mandato fuori di casa. Voleva farmi fare una cosa che non stava né in cielo né in terra e io gli avevo risposto: 'Lei faccia Milano 2 e Milano 3, i quartieri residenziali che costruiva, che l'artista lo faccio io'. Si offese e mi mandò fuori casa. Ero diventato un appestato, ma lui mi voleva nella sua tv perché riconosceva che ero bravo e mi fece richiamare.