Serie TV, il doppiaggio riparte tra le polemiche: l'emergenza preoccupa gli attori

La chiusura di tutte le attività per contenere l'epidemia di Covid-19 ha fermato i doppiaggi delle serie: ora gli attori sono pronti a ripartire ma non tutti sono d'accordo

Il mondo del doppiaggio delle serie tv è in subbuglio. Da quando il governo italiano ha deciso di chiudere tutte le attività per contenere l'epidemia di Covid-19, le sale sono rimaste vuote e i nuovi episodi di numerosi show di successo, da Grey's Anatomy a Modern Family, sono andati in onda in versione originale con i sottotitoli. Ora che si avvicina la Fase 2, nella quale si riparte osservando rigide misure di sicurezza, i doppiatori cominciano a porre domande e interrogativi sul loro settore.

Doppiaggio, coronavirus chiude le sale

La questione, come spesso accade nel nostro Paese, è ingarbugliata fin dal principio. Le società di doppiaggio, ha spiegato Roberto Stocchi (il Presidente dell'Anad, l'Associazione nazionale attori doppiatori) all'Agi, sono autorizzate a lavorare perché rientrano nel settore dei servizi di comunicazione. Non succede lo stesso per i doppiatori, che sono lavoratori dell'intrattenimento e quindi costretti a casa dal loro codice Ateco che non li inserisce tra le attività essenziali.

Il Ministero dello sviluppo economico ha concesso una deroga per risolvere questo pasticcio gestionale: dall'8 aprile 2020, come richiesto da alcune associazioni di categoria, i doppiatori possono tornare a lavorare. Sono gli attori stessi, tuttavia, a sollevare forti dubbi su questa modalità operativa.

La preoccupazione è il ritorno alla condizione "normale" di lavoro in una sala doppiaggio: lo stretto contatto con colleghi e tecnici nelle cabine insonorizzate (senza possibilità di areazione naturale), l'impossibilità di usare la mascherina per poter svolgere al meglio il proprio lavoro, la vicinanza a microfoni che non possono essere sanificati correttamente sono condizioni compatibili con il distanziamento sociale e la tutela della salute?

Stocchi ritiene che i doppiatori sono a rischio "perché lavoriamo a stretto contatto con i colleghi, parlandoci e urlandoci addosso, parlando a un microfono con l'assistente in sala". Si tratta, aggiunge, "di un lavoro che si svolge in giro per la città, usando voce e saliva, il nostro mezzo di comunicazione". 

Doppiaggio serie tv sospeso: ecco come si riparte

Alcune società si sono rivolte direttamente all'Istituto Superiore di Sanità per chiedere un parere tecnico-scientifico, mentre le rappresentanze del sindacato (i lavoratori della comunicazione sono tutelati da CGIL e FISTEL-CISL) hanno sottoscritto una nota con l'Anica per fare il punto sui criteri di protezione e sicurezza nei luoghi di lavoro delle attività del doppiaggio.

Nella comunicazione, disponibile sul sito dell'Anica, si legge che il rispetto delle condizioni di protezione potrà "consentire l'alto livello di garanzia che aziende e professionisti richiedono per la ripresa delle attività", ma al tempo stesso specifica che non è possibile "fissare criteri generali che abbiano validità per ogni e qualsiasi datore di lavoro".

La confusione è ancora enorme e per questo motivo il sindacato ha proposto delle misure aggiuntive, come la sanificazione delle sale a ogni cambio d'attore (la norma attuale la prevede ogni tre ore) e "la remotizzazione del lavoro del direttore di doppiaggio, ove possibile, su base volontaria e dove la tecnologia a disposizione dell'azienda lo consenta".

Insomma, il ritorno alla normalità appare abbastanza lontano: nell'attesa, episodi come quelli della 16esima stagione di Grey's Anatomy, dello spin-off Station 19, della terza stagione di Westworld e della quarta di This Is Us continuano ad andare in onda in versione originale sottotitolata.

Foto copertina: ABC/Fox Life 
Foto interna: Dmitry Demidov / Pexels