Il Nome della Rosa, Rupert Everett contro la Chiesa: "Papa Francesco? Di lui non mi fido"

Rupert Everett, che interpreta Bernardo Gui nella serie tv 'Il Nome della Rosa', spara a zero contro il Vaticano, luogo di "orge e prostituzione"...

Rupert Everett è subito entrato nei panni di Bernardo Gui, il domenicano e vescovo di Lodève che come inquisitore, pronunciò ben 938 sentenze di condanna contro gli eretici. L'attore inglese, che interpreta lo spietato frate nell'attesissima serie tv Il Nome della Rosa dal capolavoro di Umberto Eco, ha fatto discutere per alcune dichiarazioni sulla Chiesa cattolica rilasciate nel corso di un'intervista concessa a Vanity Fair. “Provo piacere a mostrare il lato oscuro di un'istituzione che detesto”, ha raccontato Everett. 

Rupert Everett, Il Nome della Rosa un affare personale

L'attore britannico, apertamente omosessuale, ha spiegato che la sua presenza nel cast della serie è una “crociata contro la cultura dentro cui sono cresciuto: a 7 anni i miei genitori mi hanno spedito ad Ampleforth, austero monastero benedettino. E, in generale, contro la Chiesa cattolica che, nel Medioevo, era più terribile dell'Isis e che, tutt'oggi, mi vedrebbe volentieri all'inferno per il solo fatto di essere gay”. 

Secondo il giornalista, sociologo e attivista LGBTQI francese Frédéric Martel, il Vaticano è la più grande comunità gay al mondo e l'80 per cento dei sacerdoti è omosessuale. “Non ho dubbi che lo sia, con orge e prostituzioni annesse”, la certezza di Everett. “Quando passo da Roma, ceno in un ristorante molto frequentato dal clero”, ha rivelato. “Preti e seminaristi ordinano menu da cinque portate: mangiano, bevono, spendono, spandono. Farebbero meglio a seguire l'esempio di Gesù, donare tutto in beneficenza e vivere in povertà”. 

Il Nome della Rosa, serie tv parte in polemica

Le sue parole non risparmiano neanche Papa Bergoglio, l'attuale pontefice: “Prima vorrei sapere che cosa Papa Francesco ha fatto da giovane in Argentina, all'epoca dei desaparecidos. Non mi fido di lui: fa tanti bei proclami e poi li disattende. Mi sbaglierò ma, secondo me, è un uomo di marketing. Quasi preferivo il precedente. Al tempo lo detestavo per il suo conservatorismo. Ma almeno era autentico. È un po' quello che provo nei confronti del presidente degli Stati Uniti: ora che c'è Trump rimpiango Bush. Immagino che anche voi italiani proviate la stessa nostalgia per Berlusconi, adesso che governa Salvini”. Il Nome della Rosa debutta su Rai1 a partire da lunedì 4 marzo: le premesse fanno ben sperare. 

Fonte foto copertina: https://www.facebook.com/IlNomeDellaRosa.LaSerie/