Sarà lo sceneggiatore Bryan Cogman ad adattare per il piccolo schermo uno dei grandi classici di Sergio Leone
A trent'anni dalla morte di Sergio Leone, Per un pugno di dollari diventa una serie tv. Il remake western del classico La sfida del samurai di Akira Kurosawa, il film che ha rotto le convenzioni del genere, sarà adattato per il piccolo schermo dalla Mark Gordon Pictures, che ha assoldato lo sceneggiatore Bryan Cogman per scrivere il copione. Non si sa ancora su quale network approderà il progetto e quali attori faranno parte del cast.
Per un pugno di dollari, serie tv in arrivo: le indiscrezioni
Il sito Deadline rivela che Cogman, già coinvolto nella writers' room di una serie di enorme successo come Il Trono di Spade, ha in mente una narrazione più moderna delle avventure del solitario e misterioso pistolero senza nome (Clint Eastwood) che arriva in un villaggio di frontiera, fa il doppio gioco tra due potenti famiglie, le mette l'una contro l'altra e alla fine scompare nel nulla così come era apparso.
Mark Gordon Pictures ha acquisito i diritti del film di Leone insieme a quelli di La sfida del samurai. La società ha un accordo con eOne, in base al quale compra, sviluppa e produce un'ampia gamma di progetti che abbracciano generi diversi.
Uscito al cinema nell'agosto del 1964 con il divieto ai minori e pochissima pubblicità sui giornali, Per un pugno di dollari è stato uno straordinario fenomeno al botteghino. Il film ha inaugurato la stagione dello spaghetti western e aperto la "Trilogia del Dollaro" che, insieme a Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo, ha consegnato Sergio Leone alla storia del cinema.
Per un pugno di dollari, musica e attori imitatissimi e inimitabili
Oltre che per le interpretazioni di Clint Eastwood (memorabile la battura "Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto") e Gian Maria Volonté, il film è ricordato per le musiche di Ennio Morricone (con la tromba di Michele Lacerenza), le scenografie e i costumi realizzati da Carlo Simi e la fotografia di Massimo Dallamano, tra i primi a sfruttare il formato panoramico del Techniscope per i primissimi piani e i dettagli dei volti dei protagonisti.
All'epoca dell'uscita, il giovane critico Dario Argento, prima di diventare maestro dell'horror e del thriller, rivelò che la sua reazione al film fu entusiastica, mentre "gli altri critici italiani dissero perlopiù che era un film orrendo". "Era il western – scrisse su Paese Sera – che avevamo sognato di vedere: il western storico non era così inventivo, pazzo, stilizzato e violento".
Come sarà l'adattamento televisivo nelle mani di Cogman?
Fonte foto copertina: United Artists
Fonte foto interna: RaiPlay