La nostra recensione del season finale di Sherlock 4, la serie tv con protagonisti Benedict Cumberbatch e Martin Freeman
Un season finale davvero esplosivo quello che ha visto coinvolti in prima persona Sherlock, Mycroft e Watson, per la prima volta insieme ad affrontare un problema apparentemente irrisolvibile. Nell’episodio precedente, The Lying Detective, avevamo visto l’entrata in scena di un nuovo personaggio, Eurus (Sian Brooke), la sorella perduta dei fratelli Holmes. Quest’ultima, che ritroviamo nel season finale di Sherlock 4, The Final Problem, è una detenuta del carcere di massima sicurezza di un’isola, luogo in cui vengono rinchiusi i soggetti considerati pericolosi e difficilmente controllabili. Dopo essere riuscita ad evadere inspiegabilmente dalla prigione, Eurus mette in atto un piano terrificante ai danni di Sherlock, Mycroft e Watson che ricorda in modo particolare le strategie adottate dagli sceneggiatori di Saw e usate dal protagonista per punire le sue vittime, anche se con alcune differenze sostanziali.
La recensione di Sherlock 4
Possiamo definirlo un gioco a eliminazione, che provocherà la morte di un personaggio presente nella serie da molto tempi. Nel season finale Benedict Cumberbatch si trova anche a dover compiere una scelta: salvare Watson da un annegamento certo o impedire che un aereo di linea precipiti su Londra, provocando la morte di un’enorme quantità di persone?. Riuscire a fronteggiare entrambe le situazioni sembra impossibile, ma d’altronde sappiamo bene che Mark Gatiss e Steven Moffat hanno tutte le carte in regola per far sì che l’impossibile avvenga.
Caratterizzato da una tensione palpabile fin dalle prime scene, The Final Problem è il capitolo conclusivo della quarta stagione di Sherlock, che ha in sé tutti gli ingredienti giusti per colpire lo spettatore: suspense, adrenalina, riflessione, ottime deduzioni e un finale eclatante, che soddisfa pienamente le aspettative del pubblico, anche quelle degli appassionati della saga creata da James Wan e Leigh Whannell, Saw.
Unica pecca sono i buchi nella trama che emergono nonostante il tentativo dei due sceneggiatori di ‘coprire’ le mancanze utilizzando in determinati punti della narrazione quel ritmo incalzante che ha caratterizzato tutta la quarta stagione. Per la prima volta Sherlock e il fratello dovranno uscire insieme, cercando di mettere da parte le ostilità, da una situazione che li metterà a dura prova e il cui risultato finale lascerà di stucco lo spettatore.
Era da tempo che i fan volevano vedere la famiglia Holmes collaborare e ciò ha permesso di far emergere nella storia il lato più umano e combattuto di Sherlock. Questa scelta, però, ha fatto sì che, rispetto agli episodi precedenti, il personaggio di Martin Freeman (Watson) venisse lasciato un po’ in disparte a favore di un altro tipo di rapporto. Ma sappiamo anche che Watson, per il protagonista, è molto più di un semplice amico: è come un fratello, un membro della famiglia. In The Final Problem questo aspetto viene sottolineato da una scena in particolare, che nel web sta spopolando da giorni, e dal conflitto interiore che emerge nel momento in cui si trova nella condizione di dovergli salvare la vita.
Da notare è anche la volontà di avvicinare il personaggio di Sherlock Holmes alla sua natura reale, quella delineata dalla penna di Arthur Conan Doyle, che piacerà a tutti gli estimatori del celebre scrittore di romanzi gialli. Gli sceneggiatori, però, non hanno approfondito adeguatamente una delle storie centrali della serie, ovvero la vendetta di Moriarty e la sua conseguente morte dopo il confronto finale con l’investigatore più amato e geniale del piccolo schermo. Quest’ultimo, grazie alle sue immense capacità deduttive che lasciano sempre di stucco chiunque lo segua, è riuscito a portare a termine e nei migliori dei modi la più grande sfida che abbia mai dovuto affrontare.