Dopo "Conversazioni con un killer" su Netflix, Amazon risponde con "Ted Bundy: Falling for a Killer", basato sul memoir di Elizabeth Kendall
Ted Bundy non smette di affascinare il piccolo schermo. Dopo il successo ottenuto da Conversazioni con un killer: Il caso Bundy su Netflix, Amazon Prime risponde con Ted Bundy: Falling for a Killer, docu-serie che arriverà in streaming nel 2020. La serie, composta da cinque episodi, si baserà su un punto di vista ancora inedito: quello di Elizabeth Kendall (pseudonimo di Elizabeth Kloepfer), la fidanzata storica del celebre serial killer. La Kendall romperà il silenzio sul suo legame con Bundy dopo quarant'anni.
Ted Bundy, storia torna in TV su Amazon
Kendall ha avuto un rapporto con Bundy durato sei anni. Nel 1981 ha raccontato la sua storia con il famigerato omicida nel libro The Phantom Prince, che sarà ristampato nel 2020 con il contributo aggiuntivo di sua figlia Molly, nata da una precedente relazione.
Il memoir ricostruisce quel legame e l'ossessione, gli intrighi e le oscurità che l'amore aveva nascosto. Come reso noto da Deadline, la docu-serie di Amazon avrà "una prospettiva femminile", sviscerando "l'odio patologico di Ted Bundy per le donne" e il contesto in cui è culminato: la rivoluzione culturale e il movimento femminista degli anni '70.
Ted Bundy, vittime rompono il silenzio
Se Conversazioni con un killer è stato portato sul piccolo schermo dal regista e produttore Joe Berlinger (che ha diretto anche il film Ted Bundy - Fascino criminale con Zac Efron), Falling for a Killer è stato affidato a Trish Wood, giornalista investigativa di CBC specializzata in true crime e già consulente di serie come Murder in Paradise e Cold Blood.
La docu-serie conterrà le testimonianze di alcune vittime sopravvissute al killer, che hanno deciso parlare per la prima volta. Come si legge nel comunicato ufficiale di Amazon, le dichiarazioni delle donne scampate a uno dei più famosi serial killer della storia degli Stati Uniti "cambieranno per sempre la narrativa su Bundy e porteranno a una discussione sulla politica di genere".
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