Non ha rispettato imparzialità e pluralismo: maxi-multa per la Rai

Sotto accusa il mancato pluralismo delle tre reti generaliste e la vendita degli spazi pubblicitari: la sanzione è un'autentica stangata

La Rai dovrà pagare una multa di 1,5 milioni di euro per non aver rispettato i principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo. Lo ha sancito l'Agcom, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. In una nota diffusa dall'ente, si spiega che il "monitoraggio costante e continuo" sulle trasmissioni delle tre reti generaliste ha fatto emergere numerose infrazioni e violazioni degli obblighi di contratto di servizio, anche relativi alla vendita degli spazi pubblicitari.

Agcom multa Rai: le motivazioni

L'Agcom, si legge nel comunicato ufficiale, diffida la Rai "affinché elimini, nella vigenza del contratto di servizio 2018-2022, le violazioni e gli effetti delle infrazioni accertate, adottando specifiche misure volte a garantire il rispetto degli obblighi e a evitare il ripetersi delle violazioni in futuro, richiamando l'importanza della responsabilità editoriale pubblica della concessionaria".

All'unanimità, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha anche rilevato il "mancato rispetto dei principi di non discriminazione e trasparenza, in relazione al pricing effettivamente praticato dalla concessionaria nella vendita degli spazi pubblicitari".

Nella nota diffusa, l'ente diffida l'azienda di viale Mazzini a "cessare immediatamente i comportamenti contestati, anche al fine di consentire ad Agcom la verifica del corretto utilizzo delle risorse pubbliche (canone) e private (pubblicità) per il finanziamento delle attività e della programmazione di servizio pubblico". 

Rai: programmi senza necessario pluralismo

La batosta da 1,5 milioni arriva a poche ore di distanza dai risultati lusinghieri della raccolta pubblicitaria di Sanremo 2020 comunicati a fine Festival. 

La Rai ha replicato alla multa con una nota nella quale "prende atto con grande stupore" della decisione del Consiglio dell'Agcom.

L'Autorità ha inteso censurare il Servizio pubblico per asserite violazioni del Contratto di servizio, segnatamente in tema di pluralismo informativo. Nel riservarsi di esaminare in dettaglio il provvedimento quando sarà notificato, per una più compiuta valutazione nel merito, Rai non mancherà di rappresentare nelle opportune sedi la correttezza del proprio operato in coerenza con il ruolo assegnatole dalle leggi, anche da quelle che tutelano l'autonomia dei giornalisti. 

La società presieduta da Marcello Foa si dichiara sempre "impegnata nella tutela della libera informazione e nella rappresentazione corretta del dibattito presente nel Paese a beneficio in primo luogo dei cittadini che pagano il canone".

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