La BBC vuole cancellare il canone, la Rai pensa di aumentarlo

L'ad Carlo Fuortes fa sapere che l'attuale canone "è una risorsa incongrua" e incombe lo spettro della chiusura dei canali tematici

La BBC sta per congelare il canone a 159 sterline per i prossimi due anni. Non solo: l'ente radiofonico e televisivo pubblico britannico valuta l'ipotesi di cancellarlo del tutto a partire dal 2027. Mentre il governo di Boris Johnson ragiona già sulle future modalità di finanziamento del network, apprezzato proprio per la produzione di film e documentari venduti in tutto il mondo, dall'Italia arrivano idee in senso diametralmente opposto.

Canone Rai "il più basso d'Europa: risorsa incongrua"

Nel corso dell'udienza in Commissione Lavori pubblici e comunicazioni al Senato, l'amministratore delegato Carlo Fuortes ha fatto sapere che l'attuale canone Rai di 90 euro l'anno è "una risorsa incongrua".

È strutturalmente, come ben noto, il più basso in tutta Europa: 90 euro. Una somma distante da quelle degli altri Paesi al punto da rendere quasi irrilevante la compresenza compensativa, per la Rai, della fonte integrativa degli introiti costituita dalla raccolta pubblicitaria. Senza fare riferimento alla Svizzera e all'Austria, Paesi nei quali l'importo unitario è superiore o pari a 300 euro, o alla Germania e alla Gran Bretagna, nei quali è pari rispettivamente a 220 e a 185 euro. In Francia il canone ammonta a 138 euro, oltre il 50% in più rispetto all'Italia.

Il canone di RSI, la Radiotelevisione svizzera, ammonta a 335 franchi, ovvero 322 euro. In Austria, quello di ORF varia a seconda del Land: si va da un minimo di 250 euro annui a un massimo di 320. La ZDF in Germania ha un canone di 18,36 euro mensili, pari a 220 euro all'anno. La BBC ha un canone di 159 sterline, circa 190 euro, ma l'idea è appunto far diventare la televisione pubblica inglese completamente gratuita.

Fuortes ha criticato pure il metodo di pagamento, le dieci rate da 9 euro nelle fatture della corrente elettrica. Secondo l'ad gli interventi sull'importo e sulle modalità di riscossione sono "troppo frequenti" e "rendono evidente, da un lato, l'assenza di un quadro di certezze in cui la Rai possa svolgere la sua missione e, dall'altro, la difficoltà di elaborare previsioni economiche solidamente affidabili".

Canali tematici Rai a rischio? Lo spettro dei tagli

Si avvicina una stagione di pesanti tagli per la Rai. Fuortes ha infatti definito "preoccupanti" le prospettive di sviluppo dell'azienda a fronte del suo attuale quadro economico-finanziario. Dopo il "salvataggio" di Rai Movie e Rai Premium, non è detto che nel futuro immediato i canali tematici siano risparmiati dalla chiusura. Le parole dell'ad sono eloquenti in tal senso.

Stiamo facendo valutazioni sui canali tematici. Ne discuteremo con il piano industriale che sarà approvato nei prossimi mesi. Si farà una valutazione sul rapporto costi-benefici.

È più probabile che i canali tematici, interessando il 6% dell'audience complessivo, non saranno chiusi ma rimodulati perché "non si possono considerare residuali". Le acque restano comunque agitate dalle parti di viale Mazzini. Dopo aver tagliato l'edizione notturna delle testate regionali, Fuortes ha incassato i no di tre consiglieri del Cda (Francesca Bria, Alessandro Di Majo e Riccardo Laganà) alla sua proposta di budget per il 2022. "Una vera e propria sfiducia al vertice aziendale scelto dal presidente Draghi", fa sapere il deputato di Italia Viva e segretario della Commissione di Vigilanza, Michele Anzaldi.