Claudio Lippi fa infuriare la Rai per l'intervista su Fazio, Annunziata e i gay

Ma il conduttore smentisce le dichiarazioni riportate dall'agenzia Dire: "Un articolo farneticante fondato su false affermazioni inaccettabili"

Da ore il nome di Claudio Lippi campeggia nei trending topic di Twitter. Il motivo è l'intervista che il conduttore, 78 anni, avrebbe concesso al giornalista Antonio Bravetti (volto noto per i suoi "spiegoni" a Propaganda Live) dell'agenzia Dire. Le sue presunte dichiarazioni, riprese subito da La Stampa e da tutti gli organi di informazione, gli sono costate il posto nei palinsesti 2023-2024 della Rai che verranno presentati a Napoli il 7 luglio.

Claudio Lippi, Fazio e Che tempo che fa fanno "kultura"

Stando a quanto scrive Bravetti, Claudio Lippi sarebbe stato pizzicato a Montecitorio in compagnia di Andrea Pellicini, deputato di Fratelli d'Italia. Al centro delle loro chiacchiere il servizio pubblico televisivo: il conduttore avrebbe ammesso che  "è il momento di portare il talento in Rai" perché finora "non è andata così". 

Casalino, per esempio, si crede un grande ufficio stampa? Stefano Coletta, il direttore che per fortuna non c'è più, ha fatto lavorare gay e gaie solo per il motivo di esserlo. Tanti e tante che non avevano alcuna competenza, la Rai usata per fare coming out. Allora anche noi etero dovremmo fare coming out, no?

Lippi avrebbe rivelato che Giorgia Meloni e Matteo Salvini l'hanno contattato tempo fa per chiedergli una mano sulla Rai del futuro e avere "uno sguardo esterno" da parte di chi "la tv la conosce".

Ci vuole il sorriso. La Rai deve entrare nelle case degli italiani dicendo buonasera. Con leggerezza e intelligenza, non con la propaganda.

La propaganda è quella di Fazio Fazio e Lucia Annunziata.

Fazio ha raccontato bugie, dicendo che la pubblicità faceva incassare il triplo di quanto costava il programma. Ma se costava 450.000 euro a puntata, incassava 1 milione e 200.000 di pubblicità? Ma dai... Fazio è stato un farabutto: lui e la sua sorellina avevano già pronto un contratto milionario con Discovery. Ma sa che c'è? Basta pigiare il nove sul telecomando per vederli ancora, qual è il problema?

Che tempo che fa e Mezz'ora in più sono accusati di fare "kultura" con la k.

Ora basta. L'intervista alla ministra Roccella? Cattiva, aggressiva. Non è Rai quella.

Non contento, Lippi si sarebbe prodotto in un autentico endorsement nei confronti della Presidente del Consiglio.

Giorgia la conosco. È così generosa: ha rinunciato prima alla sua gioventù e ora alla famiglia per fare quello in cui crede. Anche il compagno è una brava persona. Serve un linguaggio popolare. Giorgia è una 'popolana di Garbatella'. Ha vinto le elezioni parlando agli italiani e alle italiane. Serve quel linguaggio lì.

Claudio Lippi, Rai infuriata per l'intervista all'agenzia Dire

A seguito di quest'intervista, la Rai ha diffuso un comunicato nel quale fa sapere che "alcune affermazioni di Claudio Lippi riportate dagli organi di informazione sono lesive della reputazione della Rai e dei propri dirigenti". 

Pertanto è da escludere qualsiasi tipo di collaborazione con il conduttore.

Lippi avrebbe in canna due trasmissioni per la Rai: Condominio Italia, una specie di Forum sulle cause condominiali, e Ieri, oggi, una sorta di Techetechetè con filmati e immagini d'archivio. Scoppiata la bufera, il diretto interessato smentisce l'intervista di Bravetti e accusa il reporter di Dire con un durissimo post sui social.

Non è mia abitudine reagire al dilagante malcostume di diffondere notizie false ma, in questo caso, ho il dovere di manifestare il mio dissenso nei confronti di Antonio Bravetti dell'agenzia Dire che ha invaso la mia privacy durante una mia visita a Montecitorio con il quale ho scambiato due parole senza che si fosse nemmeno presentato. Ha scritto un articolo farneticante fondato su false affermazioni inaccettabili. Al momento prendo le distanze da quanto scritto riservandomi di consultarmi con il mio ufficio stampa ed i miei legali per intraprendere iniziative a salvaguardia del mio nome. Un consiglio all'agenzia Dire: sia più attenta nella scelta dei giornalisti che cercano solo visibilità e trasformano la verità in inaccettabili menzogne. Non chiedo scusa ai colleghi citati perché non ho detto niente di quello che ho letto. Che brutto esempio di 'giornalismo'.