Dazn, quanto costerà vedere la Serie A 2022-2023? La risposta di Stefano Azzi

Il CEO della piattaforma mette a tacere le polemiche sull'aumento dei costi: "Ecco il prezzo definitivo del servizio"

Il prezzo dell'abbonamento a Dazn per vedere tutte le partite della Serie A 2022-2023 sarà di 29,99 euro al mese e di 39,99 euro mensili per chi vorrà vedere un contenuto in contemporanea su due dispositivi diversi e distanti che non sono collegati alla stessa rete domestica. La conferma del tariffario arriva da Stefano Azzi in persona, il CEO della piattaforma.

Dazn, offerta finita: il prezzo dell'abbonamento per il 2022 23

Azzi è intervenuto all'Ara Pacis di Roma in occasione degli Stati Generali della lotta alla pirateria. Le sue dichiarazioni sono state raccolte dall'Agi. L'amministratore delegato di Dazn è chiarissimo in merito al tema offerte e abbonamenti e smorza ogni polemica in merito ai 10 euro in più al mese che dovranno pagare gli iscritti Premium per avere la doppia utenza.

Quando ci sono cambiamenti c'è sempre inevitabilmente un po' di rumore, di attenzione. Ma è stato sufficiente spiegare che era la fine della promozione che era stata fatta e che quindi si applicava il prezzo che era stato previsto in maniera molto chiara all'inizio.

Dopo il discusso stop e l'adeguamento della doppia utenza, si è fatto un gran parlare dell'argine alla condivisione delle password e del pagamento di un sovrapprezzo per accedere alla duplice visione. 

È stato rilanciato il secondo tipo di abbonamento per dare la possibilità a chi come me che vivo in una città e lavoro in un'altra di vedere una partita in contemporanea con mio figlio.

Dazn: prezzo non è causa della pirateria secondo il CEO

Gli Stati Generali della lotta alla pirateria sono stati l'occasione per parlare dei numeri di Dazn (a distanza di un anno dall'assegnazione dei diritti televisivi del campionato, gli spettatori sono crollati del 29,9%), della qualità del servizio (che secondo il Technology Director Mario Mella "dipende molto anche dal cliente") e del fenomeno della pirateria. Azzi ritiene che il ricorso alla fruizione illecita degli eventi sportivi non dipenda dai costi sempre più alti dei servizi.

Il prezzo dell'abbonamento non è la causa principale che spinge le persone a cercare siti pirata. Come si vede anche dalla ricerca Ipsos sulla pirateria audiovisiva in Italia realizzata per la Fapav, il 'pezzotto' prima di essere fermato aveva un prezzo di 10-12 euro e permetteva di usufruire in maniera illecita di tutte le piattaforme del mondo. Offriva, quindi, una tale mole di contenuti che non c'è prezzo che possa aver alcun tipo di confronto.

Stando ai numeri dell'indagine, sale al 43% l'incidenza della pirateria audiovisiva tra gli italiani. Nel 2021 la fruizione illegale degli sport live si attesta al 15%. In particolare Azzi è colpito dal dato di condivisione dello sharing.

È altissimo: oggi ci sono siti che fortunatamente sono stati bloccati, dove si condividono password, cosa che fa male a tutta l'industria e crea più impatto di tutto il resto.