Finlandia e Islanda boicottano l'Eurovision 2024 se Israele sarà autorizzato a partecipare

L'Unione europea di radiodiffusione ha confermato che Israele può partecipare alla competizione, ma gli artisti scandinavi non ci stanno

L'Eurovision Song Contest 2024, l'edizione numero 68 del concorso canoro europeo che si terrà a Malmö in Svezia dal 7 all'11 maggio, parte con una feroce contestazione. A causa delle migliaia di morti palestinesi fatti dall'esercito israeliano a Gaza, più di 1.400 professionisti dell'industria musicale finlandese hanno firmato una petizione per chiedere agli organizzatori dell'UER (l'Unione europea di radiodiffusione) di escludere Israele dalla competizione.

Eurovision 2024, Finlandia pronta a boicottaggio

Israele sceglie il cantante da presentare all'Eurovision Song Contest dal talent show HaKokhav HaBa, una sorta di X-Factor locale. La finale è prevista a febbraio e il vincitore dovrebbe prednere parte al concorso partendo dalle semifinali. I firmatari chiedono che se Israele, protagonista di autentici crimini di guerra a Gaza, non verrà escluso, l'emittente pubblica YLE (che trasmette l'UMK, il Sanremo finnico) ritiri la partecipazione della Finlandia dalla competizione.

I professionisti dell'industry musicale finlandese citano l'esempio della Russia, a cui è impedito di partecipare all'Eurovision in seguito all'espulsione a tempo indeterminato di tutte le emittenti russe dall'UER per la guerra in Ucraina. Al momento YLE ha fatto sapere che sta monitorando la posizione dell'UER in merito. I musicisti e produttori finlandesi non sono gli unici ad aver avanzato una richiesta del genere: il mese scorso in Islanda l'emittente televisiva Rúv ha ricevuto una richiesta simile.

Finlandia, Eurovision 2024 potrebbe saltare

Tra i firmatari della lettera aperta figurano celebrità locali come Olavi Uusivirta, il cantautore Paradise Oskar (finalista dell'Eurovision nel 2011 con la canzone Da Da Dam) e i Blind Channel, la band nu metal che ha rappresentato la Finlandia al concorso con il brano Dark Side nel 2021, l'edizione vinta dai Maneskin.

La petizione sta facendo molto rumore nel Paese scandinavo, che lo scorso aprile è entrata ufficialmente nella NATO (31esimo Paese dell'Alleanza atlantica) suscitando la collera di Mosca. Ville Vilén, direttore creativo di YLE, ha dichiarato in un'intervista al quotidiano Ilta-Sanomat che la situazione in Israele e Gaza "non è proprio la stessa". 

"Per quanto raccapricciante sia, non è una guerra di aggressione di uno Stato nei confronti di un altro, come quella tra Russia e Ucraina", ha spiegato Vilén. Jere Nurminen, capo della comunicazione di YLE, si è limitato a dire al quotidiano Hufvudstadsbladet che la rete monitora la situazione e sta discutendo con l'UER e con le altre emittenti pubbliche nordiche sul da farsi.