Gabriele Romagnoli lascia Rai Sport: "La Rai sembra Beirut"

"Il tasso di conflittualità è altissimo, ma per qualcosa che forse vale un po' meno rispetto al proprio credo religioso": le durissime parole del direttore

Gabriele Romagnoli lascia Rai Sport. Dopo due anni e mezzo, in anticipo rispetto alla scadenza del contratto fissata a febbraio 2019, il direttore della struttura sportiva della Rai ha deciso di chiamarsi fuori. Il giornalista, 57 anni e già inviato della Stampa e firma di Repubblica, ha spiegato come a venire meno sia stato il “rapporto fiduciario” con la dirigenza uscente. “Sono stato scelto da Verdelli e Campo Dall'Orto, che sono andati via entrambi, per loro motivi”, ha detto Romagnoli all'Ansa. “Con Orfeo ero d'accordo che sarei rimasto fino a quando sarebbe stato direttore generale. Venerdì sera, con la definizione completa del nuovo Cda, ho rassegnato le dimissioni. Cambia la struttura di vertice, è giusto che faccia le scelte che ritiene più giuste in tutti i settori. Vado via senza nulla pretendere, lasciando a disposizione gli ultimi mesi di stipendio”.

Gabriele Romagnoli: giornalista lascia Rai Sport

“Sono sempre stato un indipendente”, ha spiegato l'ormai ex direttore. “Sono entrato in Rai con un contratto a tempo determinato per fare lo sport, avrei avuto dei dubbi ad accettare incarichi di altro tipo. Ho le mie idee, ma se mi avessero chiesto una dichiarazione di fedeltà a qualsiasi governo, non avrei mai accettato. E comunque nessuno lo ha mai fatto”.

Il suo addio al servizio pubblico non è senza polemiche: “Sono stato due anni e mezzo a Beirut dove ci sono 17 confessioni religiose, faide e bombe che scoppiano qua e là. Posso dire che, pur senza arrivare a quei livelli, in Rai il tasso di conflittualità è altissimo, ma per qualcosa che forse vale un po' meno rispetto al proprio credo religioso”.

Rai Sport, canale in subbuglio:"Cambiare è difficilissimo"

La denuncia di Romagnoli è soprattutto nei confronti di una “Rai nella Rai, che c'era con la Dc, poi con Berlusconi, poi con Renzi. Sono quelli che stanno lì da una vita, che fanno le cose che contano. E ora, guardandoli, sembra di leggergli sopra il fumetto Mò ce tocca il sovranista. Ma vinceranno loro, perché restano. Ogni tanto si affaccia il nuovo potere che annuncia la sua rivoluzione, fa il suo proclama, ma poi si vedrà se riuscirà a realizzarlo”.

Dopo l'addio di Marco Mazzocchi, passato a Rai 2, il futuro di Rai Sport appare fosco: “Sono sempre andati contro qualunque direttore. Il problema è che sono troppi giornalisti per uno spazio che si va sempre più restringendo, ogni volta che la Rai perde un diritto, penso al tennis, alla Formula Uno. Un'evoluzione inevitabile: la tv pubblica in Europa ormai non fa più sport, la Rai mantiene la sua pattuglia”. Accadrà lo stesso con il calcio, ma “cambiare le persone in Rai è difficilissimo”, ha concluso Romagnoli. “Auguri a chi ci proverà, se ci proverà: è un'impresa difficile, ma necessaria”.

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