È composta da quattro episodi e racconta la storia del punk dalla scena di Detroit al successo di Bad Religion e Green Day: ecco quando va in onda
Se c'è un artista che può definirsi pienamente punk, quello è senza dubbio Iggy Pop. Non poteva esserci volto migliore dell'iguana, 72 anni vissuti e portati alla grande, per condurre la serie tv Punk, in onda in Italia dal 4 marzo 2020 in prima serata su Sky Arte, canale 120 e 400. La storica voce degli Stooges ha prodotto questo documentario-inchiesta in quattro episodi insieme all'amico stilista John Varvatos: il materiale raccolto dai due è manna dal cielo per tutti gli appassionati.
Punk: Iggy Pop arriva su Sky Arte
La prima puntata ricostruisce la scena proto-punk di Detroit, guidata proprio da Stooges ed MC5, e come l'influenza del rock duro della Motor City sia arrivata nella New York dei primi anni '70, ispirando il sound rivoluzionario di Ramones e New York Dolls.
Il secondo episodio passa in rassegna il punk britannico, quello di Sex Pistols, The Damned e Clash, scoperto negli Usa quando i Ramones andarono in tour nel Regno Unito. La terza puntata è dedicata all'hardcore e a gruppi come Germs, Bad Brains, Black Flag e DOA, che hanno portato alla ribalta la rabbia e l'alienazione delle periferie americane.
Il quarto ed ultimo episodio arriva fino ai nostri giorni, con il successo negli anni '90 di Nirvana, Bad Religion e Green Day, il punk al femminile di Bikini Kill ed L7 e ciò che rimane oggi di una vera e propria sottocultura, con i suoi codici, il suo stile, il suo impatto politico e radicale.
Punk: Sky si affida all'Iguana
Varvatos ha raccontato così l'approccio che lui e Iggy hanno avuto per Punk.
Esplorare e rivivere la storia del punk è stato un vero e proprio lavoro d'amore per me. La capacità del punk di trascendere le generazioni nella sua cultura, musica e stile è una storia che deve essere raccontata. Quindi… facciamolo!
I faccia a faccia dell'Iguana con amici e colleghi sono tantissimi: nelle interviste sfilano Wayne Kramer degli MC5, John Lydon dei Sex Pistols, Debbie Harry dei Blondie, Jello Biafra dei Dead Kennedys, Henry Rollins dei Black Flag, Duff McKagan dei Guns N 'Roses, Flea dei Red Hot Chili Peppers, Dave Grohl dei Nirvana, Josh Homme dei Queens of the Stone Age e tanti altri.
"Penso di aver aiutato a spazzare via i Sixties", ha detto Iggy in un passaggio del doc Gimme Danger di Jim Jarmush: in questo documentario ne avrete la prova.
Fonte foto: https://www.facebook.com/epix