"Si vede che la nostalgia viene considerata un sentimento sovranista", scrive il decano dei critici televisivi
Continua a far discutere Il mercante in fiera, il reboot del quiz affidato a Pino Insegno. Stavolta la polemica è soltanto in parte sugli ascolti, ma piuttosto sullo stile del conduttore. A sollevarla è Aldo Grasso nella sua consueta rubrica curata per il Corriere della Sera. "Nella nuova Rai, Pino Insegno è un predestinato. A cosa non si sa, prima o poi si vedrà", scrive il critico.
Il mercante in fiera, ascolti flop: Grasso stronca Insegno
Grasso sottolinea che Insegno, amico personale di Giorgia Meloni, "è entrato da una porta di servizio", quella di Rai 2 per condurre nel preserale Il mercante in fiera, "un programma che più vecchio non si può".
Per la cronaca, Insegno aveva già condotto Mercante in fiera su Italia 1 (2006) dopo lo scioglimento senza rimpianti della Premiata ditta. Si vede che la nostalgia viene considerata un sentimento sovranista.
All'esordio, Il mercante in fiera non ha fatto ascolti esaltanti, tanto da essere considerato da più parti un flop. Con il passare delle puntate, i dati Auditel sono peggiorati: il 2% di share e 364.000 spettatori martedì 26 settembre, l'1,9% e 357.000 spettatori mercoledì 27. Il problema, secondo Grasso, è proprio Insegno.
Nonostante i molti e melliflui sorrisi, Pino Insegno non riesce ad avere un rapporto empatico né con il mezzo né con il pubblico. Sarà che il format è vecchio e funziona così così, ma lui pare estraneo, presenta senza entusiasmo, non riesce a nascondere un'aria un po' rassegnata, nemmeno quando tenta qualche battuta. Forse sono gli esiti di troppa animosità, della voglia di rivalsa. Imbarazzante, poi, la presenza della Gatta nera.
Pino Insegno, flop Mercante in fiera: "Non ha empatia"
Grasso è sicuro: Il mercante in fiera "serviva solo a far rientrare Pino Insegno in Rai, una sorta di riscaldamento prima di offrirgli programmi più sicuri, in quanto a audience".
Il riferimento è al quiz L'eredità, che da gennaio 2024 vedrà l'attore e doppiatore romano prendere il posto di Flavio Insinna. A quel punto, per il decano dei critici televisivi, "ci penserà l'abitudine ad appianare i conti, a sancire la presenza, a cancellare lo stigma di quei troppi abbracci alle feste di FdI".