L’attore e regista italiano Kim Rossi Stuart a breve sul piccolo schermo
Il bello e affascinante attore e regista italiano Kim Rossi Stuart, dopo una lunga assenza dal piccolo schermo sta per tornare in tv per vestire i panni da protagonista in "Maltese - Il romanzo del commissario" una serie poliziesca di Gianluca Maria Tavarelli ambientata nella Sicilia degli anni 70. Stuart si è praticamente allontano dalle scene televisive da ben dodici anni e infatti l'ultima fiction a cui prese parte risale all'anno 2004 e si intitolava "Il tunnel della libertà".
L'anno dopo nel 2005, debuttò alla regia con il suo primo film dal titolo Anche libero va bene, di cui è stato sia che sceneggiatore e interprete ma adesso l'attore italiano è pronto a ritornare in tv ed attualmente si trova già sul set di Maltese - Il romanzo del commissario, la serie di Gianluca Maria Tavarelli. Kim Rossi Stuart in questo tempo lontano dal set è diventato anche padre del piccolo Ettore di appena quattro anni avuto dalla sua compagna, attrice anche lei attrice Ilaria Spada.
Ecco allora che vi riportiamo alcune sue dichiarazioni rilasciate durante un'intervista a Repubblica: "Mi sono dedicato al mio film e alla paternità, ma avevo nostalgia del set. Anche se la cosa che mi appassiona di più, dopo trent’anni da attore, è la regia"- Kim poi, ha anche spiegato cosa lo ha maggiormente affascinato di più di questo progetto "La trama era bellissima. Il produttore Carlo Degli Esposti per spiegarmi il progetto mi ha detto che era un revival della Piovra con Michele Placido, così l’ho rivista: era un capolavoro, un racconto con una quadratura perfetta, dai dialoghi all'intreccio".
Durante l'intervista l'attore italiano si è anche lasciato andare ad alcune dichiarazioni circa il modo di oggi di fare tv e in particolare riferendosi ad una delle serie di maggior successo degli ultimi anni quale Gomorra, "Mi sono interrogato dai tempi di Romanzo criminale e Vallanzasca e penso che bisogna fare una distinzione tra cinema e televisione. Per me la tv, in tutte le forme, privata e pubblica, dovrebbe essere educativa. Il cinema può permettersi di affrontare qualsiasi argomento a 360 gradi, è destinato a un pubblico che sceglie - e aggiunge - Entriamo nella dimensione intima della malavita ma mentre pochi anni fa c'erano i picchetti davanti ai cinema per impedire di vedere Vallanzasca e la stampa ci massacrava, oggi escono pagine trionfali su storie che, a mio parere, andrebbero trattate con più equilibrio. Prendo atto che la società è molto cambiata".