La trattativa debutta in tv, Sabina Guzzanti: "Eppure la Rai mi ha espulso"

Dopo le polemiche su 'Realiti', Rai2 manda in onda 'La trattativa' di Sabina Guzzanti, che intanto dichiara: "Ormai in tv è impossibile fare satira libera"

Rai2 abbandona il sovranismo (almeno per un giorno) e dedica la prima serata di giovedì 13 giugno ad una delle vicende più spinose della Seconda Repubblica: la cosiddetta trattativa Stato-Mafia. Dopo l'anteprima alla Mostra di Venezia e il passaggio nelle sale, La trattativa di Sabina Guzzanti arriva finalmente in tv. Il film ricostruisce – "attraverso documenti e fatti accertati": intercettazioni, testimonianze di pentiti, atti processuali – il complicato periodo storico che ha portato dall'assassinio dell'onorevole Lima a Palermo alla nascita di Forza Italia, passando per le stragi di Capaci e Via D'Amelio e gli attentati di Roma e Firenze. 

La trattativa di Sabina Guzzanti su Rai2

Dopo le polemiche su Realiti, Rai2 cambia tono e subito dopo il film, ci sarà anche un approfondimento speciale a cura di Andrea Montanari. Saranno ospiti i giornalisti Marco Travaglio, Giovanni Bianconi e Giuseppe Sottile, e il senatore Maurizio Gasparri. Gli avvocati di Marcello Dell'Utri e del Prefetto Mario Mori, invitati a partecipare, hanno declinato l'invito, così come il Procuratore Nino Di Matteo. 

Il processo d'appello è attualmente in corso davanti alla Corte d'assise di Palermo: in primo grado, sono stati condannati a dodici anni di carcere Marcello Dell'Utri, Mario Mori, l'ex capo del Ros Antonio Subranni, il medico di Riina Antonino Cinà, ad otto anni l'ex colonnello dei Ros Giuseppe De Donno, a ventotto anni il boss Leoluca Bagarella. È stato invece assolto l'ex ministro Nicola Mancino. 

La trattativa, Sabina Guzzanti: "Io espulsa dalla Rai"

Intanto, in un'intervista al Corriere della Sera, Sabina Guzzanti si è tolta qualche sassolino dalla scarpa per un'attesa che è durata cinque anni. A suo tempo, infatti, l'ex dg Rai, Mario Orfeo, definì il suo film "brutto e vecchio" e non volle mandarlo in onda. 

Appena uscita la sentenza, Freccero, allora consigliere di amministrazione Rai, lanciò la proposta di mandare in onda il film, ma Orfeo lo giudicò inattuale. Quando Freccero è diventato direttore di rete siamo tornati sull'argomento. 

La Guzzanti è ormai lontana dalla televisione ("Io sono stata espulsa dalla Rai nel 2003", ammette al Corriere), ma i problemi a Viale Mazzini restano sempre gli stessi. 

Tenere la politica fuori dalla Rai era uno degli slogan dei 5 Stelle come lo è stato di Renzi, poi però i partiti hanno tutti troppa paura della libertà perché temono che gli vada contro.

Oggi non sembra esserci più spazio per la satira sul piccolo schermo. 

Se non c'è possibilità di esprimere il proprio punto di vista senza dover esprimere la linea editoriale del governo non si può fare satira. In tv la satira non esiste, dunque ha preso inevitabilmente pubblico. 

Neanche la "Rai del cambiamento" si è ancora vista: per la Guzzanti la politica non è mai cambiata. 

Questa politica è figlia del berlusconismo, il populismo l'ha inventato Berlusconi, piuttosto chiederei ai molti che lo hanno sostenuto di fare ammenda. 

Resta il suo film, che continua a interrogarsi sulla natura del potere che ha governato e governa l'Italia.

L'equivoco di fondo è che la trattativa Stato-Mafia viene liquidata in poche parole: qualcuno per impedire le stragi ha concesso qualcosa ai mafiosi. In realtà in ballo c'è molto di più, l'intenzione forte era quella di intervenire nella politica, governarne le scelte, delinearne l'agenda: oggi lo si fa con i troll che forse sono più pacifici, ma il retrogusto inquietante è lo stesso.

Fonte foto: https://twitter.com/raiofficialnews