L'amica geniale, la Rai taglia un'altra scena (stavolta fondamentale)

L'ultima puntata de 'L'amica geniale' è stata tagliata da Rai1 nel momento della vasca dove Lenù lava Lila: ecco come vedere la scena censurata

La Rai è finita ancora una volta nell'occhio del ciclone per L'amica geniale. La prima stagione della serie tv di Saverio Costanzo, tratta dai romanzi bestseller di Elena Ferrante, si è conclusa martedì 18 dicembre con un altro straordinario successo d'ascolti: l'ultima puntata ha superato i 6 milioni 800 mila spettatori e con il 30% di share ha stravinto la prima serata. Rai1, tuttavia, ha deciso di tagliare una scena molto importante dell'episodio conclusivo.

L'amica geniale, finale tagliato dalla Rai

Le forbici di Viale Mazzini hanno tagliato la scena della vasca dove Lila (Gaia Girace), che sta facendo il bagno prima della nozze, appare completamente nuda davanti a Lenù (Margherita Mazzucco). Soltanto poche scene, ma decisive e fondamentali nel libro perché questo momento viene descritto perfettamente dai pensieri di Elena. Se ne sono accorti gli spettatori che hanno seguito lo show su HBO e TimVision, dove queste sequenze sono andate in onda senza alcun tipo di censura.

L'amica geniale: serie censurata, la Rai non ci sta

È la seconda volta che la Rai censura L'amica geniale. Nel corso del sesto episodio, anche questo decisivo ai fini della narrazione, Rai1 ha tagliato alcuni momenti della scena di violenza subita da Lenù per mano di Donato Sarratore. "Non si tratta di censura ma di una maggiore tutela per tutto il pubblico", ha replicato l'ufficio stampa del servizio pubblico, contattato da La Stampa.

La Rai avrebbe agito di comune accordo con i produttori Lorenzo Mieli, Domenico Procacci e Mario Gianani, e con il regista Saverio Costanzo, per tutelare soprattutto gli spettatori più giovani, quelli tra gli 8 e i 10 anni. Sui social tantissime persone si sono lamentate della scelta. La Rai, però, è stata perentoria: anche se questi episodi sono andati in onda intorno alle 23, i vertici di Viale Mazzini hanno sentito il bisogno di "continuare a tutelare il pubblico di riferimento".

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