Sanremo, l'attacco della Bertè: "Niente Premio Mia Martini a chi promuove violenza sulle donne"

L'appello di Loredana Bertè arriva sui social: "Mia sorella non avrebbe mai voluto che il suo nome venisse associato a certi 'soggetti'"

Loredana Bertè prende una netta posizione sulle polemiche che stanno alimentando l'inizio del 70esimo Festival di Sanremo. La cantante affida ai social un duro sfogo contro ogni forma di violenza di genere. "Chiedo ai giornalisti della Sala Stampa dell'Ariston – scrive la Bertè – di escludere, a priori, una possibile candidatura al 'Premio della critica Mia Martini' di qualsiasi artista che promuova attraverso i suoi testi violenza fisica o verbale verso le donne o misoginia in generale".

Loredana Bertè oggi: la bordata sui social

L'evidente riferimento è al caso Junior Cally, il rapper in gara con la canzone No grazie (e in duetto con i Viito sulle note di Vado al massimo di Vasco Rossi) e finito nell'occhio del ciclone per i contenuti del brano e del videoclip di Strega, nel quale utilizza un linguaggio considerato sessista, violento e pericoloso.

La Bertè chiede addirittura di non fare esibire sul palco di Sanremo il cantante e cita i casi della sorella Mia Martini e dei provvedimenti presi da Mediaset per Salvo Veneziano al Grande Fratello Vip.

Mia sorella è stata per anni vittima di bullismo 'verbale' e non credo che avrebbe mai voluto che il suo nome venisse associato a certi 'soggetti' che andrebbero SQUALIFICATI (come avvenuto di recente e giustamente in un'altra trasmissione di successo) per istigazione alla violenza sulle donne e per il pessimo messaggio che arriva ai giovanissimi. 

Loredana Bertè, Sanremo contro la violenza di genere

Nelle stesse ore, un gruppo di docenti del Liceo Scientifico Nicolò Palmeri di Termini Imerese ha lanciato una petizione su Change.org domandando a gran voce l'esclusione dalla kermesse sanremese del rapper romano. L'appello, diretto alla Rai, ha superato le 50mila firme.

"La violenza sulle donne – si legge nel testo che accompagna la petizione – deve essere combattuta pubblicamente ed esplicitamente soprattutto a livello culturale". "I media – concludono i firmatari – hanno in questo un ruolo fondamentale, affinché il lavoro quotidiano degli educatori non venga vanificato in nome delle leggi del mercato".

Fonte foto: https://www.facebook.com/JuniorCallyOfficial/