Il biopic su Margherita Hack con Cristiana Capotondi convince il pubblico ma non la critica: ecco perché
Convince il pubblico ma non la critica Margherita delle stelle, il biopic di Rai 1 dedicato alla grande astrofisica Margherita Hack e liberamente ispirato al libro Nove vite come i gatti scritto dalla stessa scienziata con Federico Taddia. Il film tv, diretto da Giulio Base su sceneggiatura di Monica Zappelli e interpretato da Cristiana Capotondi, ha incollato agli schermi 4,3 milioni di spettatori (23,1% di share), con punte d'ascolto vicine ai 5 milioni e di share sopra il 28,5%. Non solo: il tv movie ha fatto ottimi numeri anche sul fronte digitale per chi ha seguito su RaiPlay in diretta e on demand.
Margherita delle stelle, ascolti al top per fiction di Rai 1
Peccato che sul fronte della critica, le recensioni siano a dir poco fredde. È eloquente quanto scrive Aldo Grasso in merito a Margherita delle stelle sul Corriere della Sera. Il decano dei critici televisivi bolla il biopic come un prodotto "di disarmante convenzionalità", applaudendo la scelta di Cristiana Capotondi come protagonista ma bocciando il tono generale di questo omaggio televisivo.
Visti i primi dieci minuti di Margherita delle stelle, lo spettatore ha visto tutto: non c'è crescita narrativa, non c'è pathos interpretativo, non c'è spessore di significati: tutto corre piatto come fosse un documentario vecchio stile. Ci sono certi momenti in cui ci si chiede se la scena sia credibile (stavo per scrivere reale), tanta è la comica gravità con cui i personaggi dibattono i loro problemi. L'interprete principale recita senza recitare, pronuncia frasi senza dare loro la giusta importanza e senza rapporto con il pensiero forte di Hack.
Margherita delle stelle, recensioni fredde sul biopic
La recensione di Paolo Sutera su TvBlog è sulla stessa linea. A colpire di Margherita delle stelle è la semplicità eccessiva: il film tv "pecca in alcuni momenti di un'estremizzazione del racconto, scendendo al compromesso della didascalia, complice un'interpretazione dal parte del cast a volte troppo concentrata sulla cadenza toscana che su ciò che veramente contava".
Soprattutto in alcuni dialoghi, che non lasciano nulla di poetico in quella che invece è un'esistenza che fa delle scoperte e della passione una vera e propria poesia esistenziale.
Una delle poche a promuovere il biopic è Alessia Ferri su La svolta, secondo la quale Margherita delle stelle "si chiude sul più bello, quando la carriera di Hack, a quel punto direttrice dell'Osservatorio astronomico di Trieste, accelera", ma è una scelta giusta "perché quello che è venuto dopo lo conosciamo un po' tutti, mentre ciò che c'è stato prima indubbiamente un po' meno".
Il merito della pellicola è proprio quello: svelarci i piccoli tasselli mancanti di una esistenza incredibile, e ricordare a tutte le ragazze di lottate per quello in cui credono e non dimenticare che siamo tutti figli delle stelle.
Foto: Ufficio stampa Rai