Giletti stronca i colleghi di La7: "Nessuna solidarietà da Gruber, Formigli e Floris"

Ospite di "Cartabianca", Massimo Giletti elogia la "libertà pazzesca" di La7 ma dai colleghi si aspettava "segnali" per le minacce ricevute

L'esito del rinnovo di contratto che lega Massimo Giletti a La7 è tutt'altro che scontato. Il conduttore, in scadenza con la rete, non ha ancora raggiunto un accordo con Urbano Cairo né con la Rai o altre emittenti. "Sono stati quattro anni straordinari vissuti qui", ha detto il giornalista torinese alla fine dell'ultima puntata di stagione di Non è l'Arena. Passati tre giorni, Giletti arriva negli studi di Cartabianca e ospite di Bianca Berlinguer al talk di Rai3, confessa di sentirsi sempre libero a La7, ma "solo e amareggiato" per la scarsa solidarietà che gli è arrivata dai colleghi.

Massimo Giletti vive sotto scorta: "Poca solidarietà dai colleghi"

Da un anno Massimo Giletti vive sotto scorta in seguito alle intimidazioni mafiose ricevute per i servizi sulla scarcerazione dei boss mandati in onda nella sua trasmissione. Il presentatore ammette che "la vita cambia" e "ogni giorno affidi la tua vita ad altre persone", ma si domanda "perché chi si occupa di mafia in Italia deve finire sotto scorta?". 

Questo è il problema. Mi aspettavo qualche segnale dai colleghi che avevo più vicino, ma non mi stupisco di niente. L'amarezza aiuta a migliorarsi. Mi sarei aspettato almeno un messaggio di quelli banali, da Lilli Gruber, da Formigli, da Floris. Solo Myrta Merlino e Mentana mi hanno sostenuto con messaggi affettuosi. Se non lo sentono fanno bene a non farlo, però è un segnale della solitudine in cui tu vivi. Queste cose qua uno non le dimentica. Faccio i nomi perché me lo chiedono continuamente: perché essere ipocriti? Non me ne frega niente dell'sms che non arriva: se tutti avessero fatto la battaglia contro la scarcerazione dei mafiosi, non sarei diventato un obiettivo. Questo è il senso della solitudine: se condividi quel discorso, io non sono più isolato.

Massimo Giletti torna in Rai? "Questa è casa mia"

Inevitabile nel corso dell'intervista un riferimento al suo futuro. Giletti non si sbottona e riconosce che a Viale Mazzini si considera sempre un habitué perché "ho vissuto 30 anni alla Rai, è casa mia". Tuttavia quattro anni a La7 "sono un ciclo importante", quindi non sa ancora dire "cosa farò domani". 

Sono a fine contratto, ma non è questione di contratto. Ho bisogno di stare sereno e tranquillo, sono stati due anni molto duri per me. La Rai? Dico una cosa seria e serena: Cairo mi ha dato una libertà pazzesca in questi anni. Da me c'è una dialettica forte, devi avere un grande editore dietro. Non so se certe battaglie riesci a farle sempre e in ogni posto. La Rai sarebbe contenta? Non andrei di martedì...

La puntata di Cartabianca del 15 giugno con l'intervista a Massimo Giletti è disponibile in streaming su RaiPlay.

Fonte foto copertina: RaiPlay