Il giornalista televisivo rimpiange i tempi dell'editto bulgaro: "Ora in Rai solo ottusità, c'è un conformismo senza eguali"
Michele Santoro torna a farsi vivo e lo fa con parole al veleno nei confronti della Rai. Le sue dichiarazioni sono destinate a far discutere. L'occasione è l'uscita del film I fili dell'odio, un documentario sul tema della manipolazione social che sarà disponibile dal 2 dicembre 2020 sull'HuffPost perché è stato ignorato e respinto dal servizio pubblico. Probabilmente ha pesato il flop d'ascolti del precedente Volare, doc sul fenomeno musicale della trap diretto da Ram Pace e Luca Santarelli e prodotto dalla sua Zerostudio's. Oggi la società di produzione di Santoro è chiusa perché "non si sono presentate utili opportunità editoriali e televisive che potessero permettere la realizzazione di produzioni valide anche dal punto di vista economico finanziario". E qui entra in ballo proprio la Rai.
Michele Santoro: oggi Rai peggio di quella dell'editto bulgaro
La televisione di Stato "riformata" da Pd e soprattutto Movimento 5 Stelle è persino peggiore di quella dei tempi di Silvio Berlusconi.
Non è la prima volta che mi trovo di fronte a una dimostrazione così grave di ottusità.
In una lettera rivolta ai lettori di Huffinghton Post, MicroMega e Tpi, Michele Santoro ritiene che sia "inconcepibile" che "la situazione sia ancora questa dopo che Beppe Grillo, autore di clamorose denunce contro la censura, ha portato il suo Movimento al governo e i 5 Stelle hanno addirittura potuto decidere il nome dell'Amministratore delegato della Rai e dei Direttori di reti e telegiornali".
C'era da aspettarsi un Rinascimento della principale azienda culturale del Paese. Ci troviamo invece di fronte a un conformismo che non ha uguali perfino nella stagione monopolistica del Cavaliere.
La Rai del 2020 è addirittura peggio di quella dell'editto bulgaro di berlusconiana memoria, quando l'allora Presidente del Consiglio denunciò "l'uso criminoso" della televisione pubblica da parte di Santoro, Enzo Biagi e Daniele Luttazzi.
Questa certezza è stata ribadita dal giornalista all'AdnKronos.
Ad eccezione di Report, mai le trasmissioni di approfondimento giornalistico della Rai sono state così insignificanti e con ascolti così bassi, mai la satira così assente, mai i telegiornali così omologati.
Michele Santoro cosa fa oggi? "Nessun partito mi vuole"
Santoro rivela di aver proposto all'ad Fabrizio Salini l'acquisizione a titolo gratuito di "quasi un decennio di programmi nati sulla spinta di centomila sottoscrittori di cui detengo i diritti".
Ho posto come unica condizione che RaiPlay ne organizzasse la fruizione con tutti gli altri programmi da me realizzati in Rai.
La risposta è stata un netto rifiuto e Annozero, il suo ritorno in televisione trasmesso dal 14 settembre 2006 al 28 giugno 2011, è addirittura scomparso da RaiPlay.
C'è chi ha titolato 'Nessuno vuole Santoro'. Un titolo depistante visto che ho ricevuto inviti a partecipare come ospite praticamente da tutte le reti televisive esistenti e li ho rifiutati. Se ne potrebbe ricavare che anche il pubblico non sia così d'accordo con la mia assenza dal palinsesto. Sarebbe stato più corretto scrivere 'Nessun partito vuole Santoro' dato che con due governi diversi l'atteggiamento della Rai nei miei confronti non è cambiato. Non la vivo come una tragedia e la considero un'ennesima prova dell'indipendenza che ho sempre dimostrato.
Fonte foto interna: RaiPlay