Milena Gabanelli, durissimo attacco alla Rai: "Umiliate le professionalità"

Chi la accosta al Movimento 5 Stelle o alla direzione del Tg1 sbaglia di grosso: "Mai avuto rapporti con nessun ambiente politico", sbotta Milena Gabanelli

Milena Gabanelli non torna in Rai. Almeno per il momento. La giornalista, in un'intervista al quotidiano La Verità, ha voluto rompere il silenzio e chiarire la sua posizione sulle voci che da mesi circolano sul suo nome. C’è chi la vuole vicina al Movimento 5 Stelle, chi alla presidenza della Rai, chi alla direzione del Tg1. Tutte falsità, che l’ex volto storico di Report ha smentito seccamente. “La mia storia professionale è nata e cresciuta lì”, ha dichiarato. “La Rai è stata il luogo dei miei ideali, un pezzo di famiglia, ma ho voltato pagina e i miei pensieri oggi sono da un'altra parte”. “A scanso di equivoci: ho un impegno con il Corriere ed intendo onorarlo”, ha spiegato.

Milena Gabanelli, Rai nel mirino

Quindi niente ritorno in Rai dopo Dataroom. Anche perché il servizio pubblico sembra sempre affetto da “gattopardismo”: “Il timore non è la lottizzazione in sé, che c'è sempre stata, tant'è che la Rai lottizzata ha prodotto grandi cose quando i partiti indicavano dirigenti con competenze dimostrate. La deriva della politica negli anni invece ha umiliato le professionalità, dentro e fuori dalla Rai”. Una soluzione, secondo Gabanelli, potrebbe essere quella di “cambiare la legge, magari ispirandosi al modello inglese del trust per la scelta della governance”.

Milena Gabanelli: Dataroom il presente, Report il passato

“Non ho mai avuto rapporti con nessun ambiente politico”, ha poi specificato la giornalista. “Sono invece stata consultata in diverse occasioni, ora come in passato, su temi di cui ho qualche competenza. Poi nessuno mi ascolta, ma questa è un'altra storia”. Proprio in merito alle fake news che sono circolate anche sul suo conto, la giornalista è stata chiara: “Bisogna insegnare a ragazzi e ragazze i processi di verifica prima di credere a una notizia e condividerla”. Ci vuole “formazione nelle scuole, a partire dalle elementari”.

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