Massimo Giletti ha commentato in esclusiva su "Chi" il successo del programma "Non è l'Arena"
Non è l'Arena, si intitola così il nuovo programma condotto da Massimo Giletti in onda su La7 e che ha saputo conquistare immediatamente il pubblico italiano. Gli ascolti hanno infatti registrato una media di quasi due milioni di telespettatori e premiato così la trasmissione che ha segnato l'addio definitivo del conduttore tv dalla Rai. E proprio a tal riguardo, sul nuovo numero di Chi in edicola da mercoledì 15 novembre, è stato lo stesso Giletti a commentare questo successo, ecco quello che ha dichiarato.
Massimo Giletti: "Il pubblico ha capito perché ho lasciato la Rai"
"La chiave di lettura del risultato non è solo la bontà del mio gruppo di lavoro, ma anche il fatto che gli italiani abbiano capito il motivo per cui sono andato via dalla Rai e mi abbiano seguito nella mia battaglia" - ha raccontato così Massimo Giletti in esclusiva su Chi in merito all'ottimo esordio su La 7 del suo programma Non è l'Arena- "Non avrei mai detto che mi sarebbe toccato ricominciare a 55 anni, ma ho rinunciato a un ingaggio importante in Rai perché non potevo mettermi a fare il varietà".
Massimo Giletti in esclusiva su Chi: "Credo che l'Arena su Raiuno desse fastidio a tutti"
"Credo che l'Arena su Raiuno desse fastidio a tutti, ma mi ha ferito non vedere sostegno da parte della sinistra e sentirmi difeso solo dalla destra: mi ha scatenato fantasie e ipotesi su chi mi abbia voluto chiudere. Non ho mai favorito il Movimento 5stelle e Beppe Grillo, ma ci sono stati alcuni giornali che mettevano la mia foto con scritto “Ecco la voce di Grillo in Rai”. Giletti ha poi anche raccontato per la prima volta della trattativa con Mediaset e dell'ipotesi che sia saltata perché non ha avuto lo spazio della domenica pomeriggio, presidiato da Barbara D'Urso: "Ho grande rispetto per i vertici di Mediaset e per questo rispetto credo che quello che è successo debba restare tra noi. E sono convinto che i vertici di Mediaset non avrebbero permesso a un conduttore di decidere al posto loro".