Portobello, Clerici nella bufera: proteste animaliste per il pappagallo

La presenza del pappagallo, simbolo di Portobello per Enzo Tortora e ora per Antonella Clerici, ha fatto imbufalire non poche persone...

Portobello, il reboot firmato Antonella Clerici del classico della televisione italiana di Enzo Tortora, è partito tra le proteste degli animalisti. Dopo la prima puntata della trasmissione, che ha esordito sabato 27 ottobre, varie associazione hanno accusato la Rai per l'esibizione di cui è stato vittima il celebre pappagallo, animale simbolo del programma. Legato al trespolo e con lo scotch al becco per tenerglielo chiuso: è questa l'obiezione che viene mossa al varietà, oltre al timore che l'esposizione possa favorire un'impennata di vendite di questi animali che dovrebbero vivere in libertà. Un rimprovero mosso in primis da Sara Turetta, fondatrice della onlus Save the Dogs. Ma non è finita qui.

Portobello, Clerici nella bufera per il pappagallo

LAV, la Lega anti vivisezione, ha affidato a Twitter questo messaggio: “Dopo più di 30 anni di passi avanti contro sofferenza animali, riproporre in Tv (tra rumori, luci) pappagalli o acquari significa non aver compreso che la società si è evoluta. Invitiamo gli autori di Rai 1 a fare show senza animali”. Il riferimento è al celebre acquario di Che tempo che fa e al maiale esibito da Luciana Littizzetto per commentare la bocciatura del Porcellum da parte della Consulta.

Gianluca Felicetti, presidente della LAV, ha poi ribadito, sempre su Twitter: “‏Di alternative ce n'erano mille. Antonella Clerici e Rai 1 hanno ri-affittato un animale in cattività, si chiama così non a caso, esponendolo alla berlina. Incentivando il mercato dell'esotico in casa. Portobello così batterà mai record di ascolti. Ma quello di figuracce sì”.

Portobello: pappagallo sottoposto a sofferenze

La onlus SOS Pappagalli ha poi spiegato le sofferenze alle quali è sottoposto un animale del genere in uno studio televisivo, notate già a partire dagli spot della trasmissione: “L'amazzone non soltanto è legata (tecnica di detenzione vietata in molte regioni italiane), ma la corda risulterebbe avvolta più volte al trespolo, impedendo all'animale qualsiasi tipo di movimento. Inoltre, sembrerebbe pure che sul becco del volatile sia presente un pezzo di nastro adesivo”.

L'immobilizzazione di questo pappagallo durante le riprese, non soltanto è assurda e in pieno conflitto con le più semplici norme di buona detenzione e gestione, ma risulta essere anche del tutto inutile e inopportuna, dal momento che, in ogni caso, non sarebbe stato difficile trovare un pappagallo ben socializzato ed equilibrato, abituato alla presenza delle persone, per gestirlo completamente libero di esprimersi”.

Fonte foto copertina: https://twitter.com/beamontini