Da 18 anni Pupi Avati sta lavorando ad un film con la Rai per raccontare Dante tramite Boccaccio: "Manca attenzione verso il nostro patrimonio culturale"
La terza età artistica di Pupi Avati sta proseguendo sul piccolo schermo, non senza difficoltà. Il regista bolognese ha rivelato a Pietrangelo Buttafuoco sul Fatto Quotidiano il suo prossimo progetto: un film che racconta la vita di Dante Alighieri, la cui sceneggiatura è basata sul Trattatello in laude di Dante scritto da Giovanni Boccaccio tra il 1351 e il 1366. "Qualcuno salvi il progetto di Pupi Avati", ha scritto Buttafuoco sul Fatto: già, perché il film è in preparazione da 18 anni e ormai fermo da tempo. Avati, intervistato dall'Adnkronos, ha spiegato cosa sta succedendo.
Pupi Avati, film su Dante fermo da 18 anni
"Già nel 2001 ci fu una lettera di Rai Fiction, un impegno scritto secondo il quale il progetto di raccontare la vita di Dante attraverso Boccaccio sarebbe andato in produzione l'anno successivo", ha spiegato il regista. "Dal 2001 questo progetto è rimbalzato da un direttore all'altro della Rai senza mai riuscire a ottenere il via. Così siamo arrivati a ridosso delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante, avvenuta nel 1321 a Ravenna".
Pupi Avati, ultimo film Il fulgore di Dony
Avati, il cui ultimo progetto televisivo è stato Il fulgore di Dony, ha aggiunto di aver "cercato e ottenuto la complicità di esperti illustri, creando un comitato scientifico con anche l'Accademia della Crusca". In suo favore, infatti, si sono espressi Luca Serianni, linguista e filologo tra i più attendibili e influenti studiosi della lingua italiana, ed Enrico Malato, filologo, critico letterario e storico della letteratura presidente della Commissione scientifica preposta all'Edizione Nazionale dei Commenti danteschi.
Insomma, un film per la tv ambizioso, che vuole divulgare (soprattutto ai più giovani) la vita dell'autore della Divina Commedia attraverso il creatore del Decameron, il primo biografo ed "editor" di Dante. "Quello che manca – ha concluso amaramente Avati – è semplicemente un committente. Spero che ci sia attenzione verso l'identità, il patrimonio culturale dell'Italia".
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