Quarto Grado non si ferma per Sanremo: le anticipazioni dell'8 febbraio

La violenza sulle donne è ancora al centro di 'Quarto Grado', il programma condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero: ecco i casi di serata

Quarto Grado non si ferma. Nonostante il Festival di Sanremo, il programma di approfondimento giornalistico dedicato ai casi della cronaca più recente va in onda venerdì 8 febbraio alle 21:25 su Rete4. La violenza sulle donne è ancora al centro della trasmissione: i presentatori Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero si occuperanno infatti della vicenda di Simona Rocca e Mario D'Uonno, il 53enne di Vercelli che ha speronato e dato alle fiamme l'automobile su cui si trovava l'ex compagna 40enne. 

Simona Rocca, ultime notizie a Quarto Grado

Durante l'interrogatorio, avvenuto di fronte al suo avvocato difensore, D'Uonno ha ammesso di essere stato colpito da raptus. In realtà l'uomo, ex guardia giurata senza fissa dimora, era un vero e proprio stalker: aveva già ben tre denunce alle spalle e anche il divieto di detenere armi. L'agguato, quindi, sembra proprio esser stato pianificato nei minimi dettagli. 

Simona, insultata, picchiata e speronata prima di venire cosparsa di liquido infiammabile, ha riportato ustioni sul 45% del corpo, il 10% delle quali di terzo grado, ed è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico con un innesto di cute. Fortunatamente, secondo le ultime informazioni, le sue condizioni di salute starebbero migliorando. 

Marco Vannini, ultimissime da Gianluigi Nuzzi

Quello di Simona Rocca è l'ennesimo caso di violenza di genere contro cui Quarto Grado si sta battendo dall'inizio della stagione: la trasmissione prosegue così la campagna di sensibilizzazione e invita gli spettatori a mandare un selfie con l'emblematica "scarpa rossa" sugli account social ufficiali. 

Il programma di Gianluigi Nuzzi, a cura di Siria Magri, tornerà infine sulla vicenda dell'omicidio di Marco Vannini. A più di una settimana dalla sentenza d'Appello che ha ridotto la pena per Antonio Ciontoli da 14 a 5 anni, non si ferma l'indignazione per la decisione che ha sconvolto i genitori del ragazzo e l'opinione pubblica.

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