Quarto Grado, le anticipazioni del 5 aprile: svolta nel caso Stefano Leo

Il delitto del giovane ucciso lo scorso 23 febbraio a Torino al centro di 'Quarto Grado', il programma di cronaca di Rete 4 condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero

Quarto Grado torna in tv venerdì 5 aprile, in prima serata, su Rete 4, con un nuovo appuntamento. Il programma di approfondimento giornalistico dedicato ai casi della cronaca recente apre la puntata di stasera con un aggiornamento importante sul delitto di Stefano Leo, il 34enne ucciso lo scorso 23 febbraio in riva al Po, a Torino, nella zona dei Murazzi. C'è stata infatti una svolta importante nelle indagini: un 27enne italiano di origini marocchine con piccoli precedenti penali, Sahid Mechaouat, si è presentato agli inquirenti confessando il reato. 

Quarto Grado, stasera il caso Stefano Leo

I carabinieri e i magistrati titolari delle indagini hanno trovato i primi riscontri alle parole del fermato, tra cui la presunta arma del delitto. Le motivazioni del gesto di Mechaouat sembrano scioccanti: dalle prime parole della sua testimonianza, riportare dall'inviato Simone Toscano, Sahid voleva "colpire un italiano, così avrebbe fatto scalpore (…) mi sembrava una persona felice e non potevo sopportarlo (…) volevo colpire un ragazzo come me, togliergli tutte le promesse che aveva". 

Quarto Grado, anticipazioni del 5 aprile

I conduttori Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero hanno poi affidato a Siria Magri l'approfondimento di puntata sul caso di Prato, ovvero la vicenda della 31enne accusata di atti sessuali con minore. La donna, ora ai domiciliari, ha sì ammesso i rapporti avuti con il minorenne dal quale ha anche avuto un figlio, ma messi in pratica solo dopo il compimento del quattordicesimo anno del ragazzino. 

Sotto i 14 anni, nel nostro Paese, il consenso non è ammesso. La legislazione accorda sfumature sui 13 anni di età, ma in questa vicenda c'è anche l'aggravante della nascita di un bambino. Dal primo interrogatorio della donna, sono emersi centinaia di messaggi scambiati in chat con il ragazzo, incluse minacce di suicidio usate come ricatto per tenere legato a sé il giovane, timoroso del fatto che la donna potesse rivelare a tutti che il figlio era suo e non del marito. 

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