Raffaella Carrà: "La vita in diretta? Pesante. Bono Vox? Che ha fatto davvero per l'Africa?"

In occasione della presentazione di "A raccontare comincia tu", una scatenata Raffaella Carrà parla a ruota libera, dalla TV di ieri e di oggi alla politica…

Raffaella Carrà torna in Rai con la seconda stagione di A raccontare comincia tu. Dal 24 ottobre 2019, in prima serata su Rai3, la conduttrice intervisterà per quattro giovedì ospiti come Renato Zero, Loretta Goggi, Luciana Littizzetto e Vittorio Sgarbi. In occasione della conferenza stampa di presentazione del programma, "Miss Tuca Tuca" ha parlato a ruota libera della televisione di oggi. Niente Netflix per lei, solo le reti generaliste. In primis la Rai, che però potrebbe migliorare. Un esempio su tutti: La vita in diretta.

Raffaella Carrà, Renato Zero primo ospite di A raccontare

"Raffa Nazionale" rimprovera la mancanza di autenticità e spontaneità della trasmissione, passata da questa stagione nelle mani di Lorella Cuccarini e Alberto Matano. 

La televisione dal vivo per me è meravigliosa. Guardo un po' tutto, non tutto mi piace. Mi fa soffrire quando un programma potrebbe essere fatto meglio per un pizzico di scelte diverse. Tipo? La vita in diretta: sono obbligati a fare sempre storie complicate, io l'avrei alleggerita un po'. Non trovo che sia colpa dei conduttori, forse nemmeno degli autori, direi della rete. Adesso mi odierà il direttore di rete (Teresa De Santis, ndr), ma tanto è uguale. C'è qualcosa che impedisce loro di essere ariosi.

Arrivata ai 76 anni, Raffaella Carrà non aspira certo ad un programma quotidiano, anzi. 

So che non ci crederete, ma... non mi va di lavorare! Non ho la smania di lavorare. Ho 76 anni, sono vivace, ma ho fatto tutto. E non mi va di avere la vita ansiogena. Fare ogni tanto qualcosa con l'assistenza morale del tuo direttore, è importante.

Raffaella Carrà oggi: "In TV non tutto mi piace"

Nel corso della conferenza, la Carrà ha rivelato anche alcuni segreti del passato, a partire dall'edizione del Festival di Sanremo condotta nel 2001.

Mi hanno obbligato a farlo. Io dicevo: 'Non posso farlo da oggi al domani, Sanremo è da uomini, non è per me'. Alla fine ho ceduto. Dal punto di vista musicale però sono stati venduti tanti album. Elisa è nata nel mio Festival, quello del 2001. Anche Gigi D'Alessio. Nessuno me lo riconosce e allora lo dico io.

A chi la ricorda come la "Regina della TV delle lacrime" per Carramba, che sorpresa, lei replica che quel programma è ancora oggi imitatissimo.

Carramba forse non è stata molto recepita dalla stampa, era uno spaccato dell'Italia che emigrava perché non c'era cibo né lavoro. Non era una trasmissione del dolore, semplicemente la gioia a volte fa piangere. C'erano un sacco di sorprese. Oggi vedo ancora un po' di Carramba qua e là. Per me quel programma rimarrà, non per merito solo mio, ovviamente.

L'ultima stoccata è alla politica e a certi paladini della solidarietà planetaria che si sono rivelati businessman senza scrupoli. 

Si dice che bisogna aiutare l'Africa. Dove sono i progetti per togliere il debito dell'Africa? Non ci sono. È gente che non ha acqua, serve tutto. Facciamo qualcosa. Sono pragmatica: se faccio una promessa, mi ammazzo per mantenerla. Bono Vox degli U2 cosa ha fatto davvero per l'Africa?

Fonte foto: https://twitter.com/RaiTre