Realiti, offese a Falcone e Borsellino: la Rai apre un'istruttoria, il programma spostato

La prima puntata di 'Realiti', il nuovo show di Enrico Lucci, continua a far discutere per le parole del neomelodico Leonardo Zappalà

Neanche è cominciato e Realiti, il nuovo programma di Enrico Lucci, ha già sollevato una accesa polemica. Nella prima puntata dello show di Rai2, il conduttore e i suoi autori hanno voluto raccontare il fenomeno dei neomelodici "amanti del crimine" mettendo a confronto Francesco Emilio Borrelli, consigliere della Regione Campania, e il 19enne Leonardo Zappalà, in arte Scarface. La trasmissione ha inoltre dedicato un servizio a Niko Pandetta, detto Tritolo, neomelodico catanese nipote di Turi Cappello, boss condannato al carcere a vita e al 41-bis per reati di mafia.

Realiti, offese a Falcone e Borsellino: la reazione Rai

Già durante la diretta, Borrelli si è scagliato contro questo mondo musicale che inneggia alla criminalità organizzata. Dopo la trasmissione, Pandetta ha condiviso un video sui social mostrando una pistola d'oro e scandendo più volte il nome del consigliere con toni minacciosi. 

Zappalà, durante il programma, si è lasciato scappare una dichiarazione su Falcone e Borsellino che ha lasciato il pubblico basito. 

Questi qui che hanno fatto queste scelte di vita le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce, ci deve piacere anche l'amaro. 

Il primo a segnalare questa frase con un post pubblicato su Facebook è stato Paolo Borrometi, giornalista antimafia che ha smascherato gli affari delle cosche della Sicilia sud-orientale a Scicli e i traffici del boss Cappello, ed è finito sotto scorta per essere stato vittima di un'aggressione e di varie intimidazioni. 

Vedere insultare in un programma Rai Falcone e Borsellino o sentire inneggiare ai clan che vorrebbero realizzare attentati mi lascia esterrefatto. Mi fa ribrezzo capire come si sia ridotta la nostra amata Italia, mi fa ribrezzo perché non penso che i giovani davanti alla tv abbiano avuto un esempio da "servizio pubblico". Il problema è che "personaggetti" del genere non meritano di andare in Rai. Ed è grave che vengano invitati.

Sollevato il polverone, l'amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, ha preso le distanze e in una nota ha annunciato l'apertura di un'istruttoria "per ricostruire i passaggi della vicenda". 

Quello che è avvenuto è inaccettabile e non può e non deve accadere. Direttore di Rete, conduttore, autori sono stati ampiamente sensibilizzati sulla necessità di porre la massima attenzione sulla scelta degli ospiti, delle tematiche e sulla modalità di trattazione di argomenti "sensibili"; in coerenza con quanto ogni giorno la Rai testimonia attraverso programmi, eventi speciali e fiction dedicati alla sensibilizzazione della collettività contro la criminalità organizzata e a sostegno della memoria dei tanti martiri delle mafie. 

Anche Federazione Nazionale della Stampa e Usigrai hanno chiesto chiarimenti. Con un comunicato ufficiale, FNS e Unione Sindacale Giornalisti Rai hanno posto una questione di opportunità, allargando il campo ad una discussione più ampia. 

Davvero nessun dirigente della Rai si è accorto della presenza in studio di personaggi che si sono distinti per il loro disprezzo nei confronti di Falcone e Borsellino? O della intervista a chi dedica canzoni allo zio ergastolano, boss al carcere duro per mafia? E davvero la Rai aveva anche previsto per lui il pagamento di una notte in albergo? Siamo ormai arrivati alla "par condicio" tra mafia e antimafia, dopo aver già tentato di sdoganare quella tra fascismo e antifascismo. 

Sulla vicenda, si è espresso poi Alberto Barachini, presidente della Vigilanza Rai. 

La grave offesa arrecata alla memoria di due esempi luminosi della lotta alla mafia si configura come un evidente omesso controllo da parte della governance del servizio pubblico, alla quale richiedo formalmente un controllo più rigoroso dei contenuti e degli ospiti delle trasmissioni. 

Realiti, Lucci nella bufera per le parole di Leonardo Zappalà

Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso a Capaci il 23 maggio 1992 con sua moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta, ha invece mostrato soddisfazione per la reazione di Viale Mazzini sulla questione. 

La Fondazione Falcone ha apprezzato molto la sensibilità con cui la Rai ha stigmatizzato quanto accaduto durante la puntata. È fonte di sollievo che tantissimi italiani si siano indignati davanti alle scellerate parole di un giovane che ha mostrato in diretta tv la sua ignoranza e la sua superficialità, parlando di temi di cui non ha alcuna conoscenza ed esprimendo giudizi su persone che per difendere la sua Terra e il suo futuro hanno perso la vita. Riteniamo che sia fondamentale un controllo da parte degli autori e dei conduttori delle trasmissioni tv che tanto impatto hanno sull'opinione pubblica e sulla formazione delle coscienze, soprattutto quando si affrontano temi tanto importanti. La nota della Rai di oggi è l'ulteriore prova della sensibilità sempre mostrata dall'azienda sui temi della legalità e della criminalità organizzata. 

Meno tenero è stato Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino, figlia del giudice ucciso a via D'Amelio il 19 luglio 1992 con i cinque agenti di scorta. 

Per ora mi limito a dire vergogna! In famiglia decideremo se tutelarci in altre sedi. Questo Paese è alla deriva ma a tutto c'è un limite! Nessuna volontà censoria. Ognuno è libero di sragionare come vuole. Lo garantisce l'articolo 21 della Costituzione. Trovo però alquanto bizzarro che non ci si sia preoccupati di garantire un contraddittorio. Così per spiegare che quegli uomini, per ripristinare la primazia di quelle Istituzioni che riconoscono il diritto di parola anche al neomelodico, hanno operato per puro spirito di servizio e con responsabilità. Con l'unica colpa di non girarsi dall'altra parte. Ecco oggi sta tornando di moda questo "girarsi dall'altra parte" per paura, ignoranza, superficialità eccetera. 

Enrico Lucci, sentito dall'Ansa, ha preso le distanze dalle parole di Zappalà ma ha voluto rivendicare la scelta del suo staff. 

Il programma parla del grande reality in cui siamo tutti immersi e per questo parliamo di tutto. Tra il tutto, c'è anche il fenomeno dei cantanti neomelodici siciliani che cantano in napoletano. C'è stato un servizio in cui è stato raccontato il fenomeno con tutte le sue sbavature, tra cui anche riferimenti ideali alla mafia. Tra i due cantanti che apparivano nel servizio, è venuto in studio questo "pischello" di 19 anni. A me interessa il fenomeno del "pischello", molto seguito dagli adolescenti, che ha per idoli Scarface e Al Capone. Io per prima cosa gli ho fatto dire che non è un mafioso. 

Quanto alla frase su Falcone e Borsellino, la condanna di Lucci è netta e chiara. 

Non c'è nessun margine di dubbio sulla nostra posizione. Quella frase l'ha detta in un contesto in cui gli abbiamo insegnato la differenza tra il bene e il male. Parliamo di un 19enne che non capisce neanche bene la potenza delle frasi che esprime. Essendo un idolo degli adolescenti, a maggior ragione lo invito, sperando che altri adolescenti capiscano la differenza tra il bene e il male. 

Intanto, la prima puntata del programma è scomparsa RaiPlay e Realiti è stato spostato dalla prima alla seconda serata a partire da mercoledì 12 giugno. 

Fonte foto: https://www.facebook.com/realitisempretutticonnessi/