Sanremo, Zanicchi difende Rita Pavone: "Perché al Festival devono andare solo quelli di sinistra?"

La presenza della "small wonder" a Sanremo 70 ha scatenato gli haters, ma l'Aquila di Ligonchio non ci sta e tuona: "Chi mette in mezzo la politica fa schifo"

La presenza di Rita Pavone in gara a Sanremo 2020 ha scatenato un putiferio sui social. Molti utenti hanno criticato la scelta della commissione artistica di far partecipare al Festival una cantante considerata "sovranista" e che, come ha detto il suo estimatore Matteo Salvini, "non si inchina al pensiero unico". Un'altra veterana della kermesse ha però difeso "Pel di carota": Iva Zanicchi. Le due sono amiche di vecchia data e hanno una lunga esperienza sul palco dell'Ariston: la Pavone ha partecipato tre volte (l'ultima nel 1972), l'Aquila di Ligonchio ben dieci, con tre vittorie nel 1967, 1969 e 1974.

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A 74 anni, Rita Pavone parteciperà a Sanremo 70 con Niente (Resilienza 74), un brano scritto con il figlio Giorgio Merk. "La tua coscienza – ha dichiarato l'ex Gian Burrasca all'Ansa – è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è un problema loro". 

L'amica Iva Zanicchi ha rincarato la dose in un'intervista concessa all'AdnKronos.

Chi mette in mezzo la politica sulla partecipazione di Rita Pavone fa schifo. Oltre ad essere una donna meravigliosa e sensibile, al contrario di come qualcuno vorrebbe farla apparire, Rita è una grande artista. La prima ad avere successo in tutto il mondo. Come è stato per Ornella Vanoni e per Loredana Bertè, che sono tornate al Festival in questi anni facendo un'ottima figura, non vedo perché non dovesse tornarci lei, che è stata ed è una grande artista.

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Perché ce l'hanno così tanto con lei? Per la politica? Perché a Sanremo ci devono andare solo quelli di sinistra? Ma andiamo! Ma vi sembra che una con la carriera di Rita abbia bisogno di raccomandazioni politiche?

All'edizione numero 70 lei non ci sarà, ma la cantante non ne fa un problema: se a Sanremo non la invitano, peggio per loro. 

Non mi aspetto niente. L'anno scorso che c'era il cinquantennale della vittoria di Zingara me lo sarei aspettato. Ma non è arrivato. Quest'anno non mi aspetto niente. Poi, certo, se mi chiamano ci vado. Ma credo che mi avrebbero già chiamato.

Per come stanno le cose, Iva si godrà la grande magia del Festival comodamente dal divano di casa. Senza rimpianti né recriminazioni.