Roger Waters a Sanremo 2020, Scanzi rompe il silenzio: "È stata censura"

Il giornalista, ospite a "Otto e mezzo" e poi sui social, parla di censura preventiva per le posizioni filo-palestinesi dell'ex Pink Floyd

L'annunciata e poi cancellata apparizione di Roger Waters a Sanremo 2020 è come il proverbiale elefante nella stanza: sta sotto gli occhi di tutti ma nessuno vuole vederlo. A rompere il silenzio ci pensa Andrea Scanzi, che nel corso della puntata di Otto e mezzo andata in onda su La7 il 10 febbraio parla apertamente di censura. Il videomessaggio dell'ex Pink Floyd era previsto per la serata d'apertura (avrebbe dovuto introdurre il monologo di Rula Jebreal) ma improvvisamente è scomparso dalla scaletta, nonostante fosse stato presentato da Amadeus come "un regalo al Festival".

Roger Waters a Sanremo 2020: censura della Rai?

Scanzi, nel programma di Lilli Gruber, sottolinea come questo taglio sia passato sotto silenzio. 

L'idea che la più grande rassegna musicale italiana preferisca celebrare Achille Lauro piuttosto che dare spazio anche solo per tre minuti a Waters mi sembra un segnale emblematico e non edificante.

I motivi di questa censura sono semplici: Roger Waters ha preso apertamente posizione a sostegno del popolo palestinese, ha paragonato gli israeliani ai nazisti ed è stato accusato di antisemitismo dalle lobby filoisraeliane. Troppo "pericoloso" per la Rai ogni possibile riferimento nel suo monologo all'operazione Piombo fuso, crimine impunito contro il quale Waters si batte da anni.

Waters è molto politicizzato ed è filo-palestinese. Non mi è sembrata una grande mossa perché Waters non è che si muova così facilmente a livello gratuito: aver regalato un video e non mandarlo in onda sa un po' di provincialismo. 

Andrea Scanzi: Otto e mezzo con polemica

Il giornalista sottolinea come la politica sia stata tenuta fuori dalla 70esima edizione del Festival: emblematico il monologo di Roberto Benigni

Benigni che si trasforma da comico di rottura, urticante, spigoloso ma geniale, a divulgatore ecumenico, ci fa capire molto.

Stefano Coletta, il direttore di Rai 1, ha respinto al mittente ogni accusa di censura. 

Le scalette ammettono possibilità di variazione. E quando l'abbiamo rivista, proprio io ho pensato che il preludio di Roger Waters fosse uno start ritardante al monologo di Rula. Questo quadro si bastava da solo. Ho pensato che non avesse bisogno di alcuna introduzione, non parlavamo di fiction ma di dato biografico.

Scanzi ribadisce sul Fatto Quotidiano e poi su Facebook le sue idee: Sanremo 70 è stato insufficiente e provinciale. Il giornalista salva Diodato e la canzone vincitrice Fai rumore ("anche se il brano portato due anni fa era molto più bello"), Tosca, i Pinguini Tattici Nucleari, Anastasio, Rancore e lo "scazzo" tra Morgan e Bugo.

Di Amadeus scrive che "ha presentato ogni ospite con un mix di enfasi a caso e sguardo allucinato tipo Ted Bundy", mentre su Waters non ha dubbi.

Il provincialismo di questo paese è ormai così accecante che è passata quasi sotto silenzio la decisione di segare Roger Waters. Forse è stata censura per il suo essere filo-palestinese (anche se il suo videomessaggio era tutto sulla violenza contro le donne) e forse è stata una 'scelta di scaletta', ma quando la Rai si arroga il diritto di cancellare un genio simile, hai la conferma di come l'unica soluzione sia un meteorite definitivo.

Fonte foto: https://www.facebook.com/andreascanzi74/