Sanremo 2024, lo stop al genocidio di Ghali tra accuse, repliche e censure

La presa di posizione del cantante criticata dall'ambasciatore di Israele in Italia: strepita pure l'ad della Rai, Roberto Sergio

Dal palco di Sanremo 2024, Ghali ha chiesto a gran voce di cessare il fuoco su Gaza. Lo stop al genocidio del cantante milanese di origini tunisine è diventato un caso politico sin dal primo giorno di Festival, quando il testo di Casa mia e le sue prese di posizione hanno cominciato a risuonare nelle radio e in televisione scatenando il "sionisticamente corretto" e le feroci reazioni dei parlamentari nostrani.

Sanremo 2024, Ghali e l'ambasciatore di Israele: caso Gaza

Secondo David Meghnagi, il capo della comunità ebraica di Milano, il trapper avrebbe offeso e ferito gli spettatori e la comunità ebraica con la sua canzone. Peggio ancora pensa Alon Bar, l'ambasciatore di Israele in Italia, che ritiene "vergognoso" sfruttare il palco di Sanremo "per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile".

Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c'erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival e altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi. Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà, è un peccato che questo non sia accaduto.

Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente che lotta per migliorare le vite dei bambini in tutto il mondo, stima che l'esercito israeliano abbia ucciso a Gaza 13mila bambini, mentre più di un milione di persone, tra cui oltre 600mila minori, sono tuttora intrappolate a Rafah senza alcuna possibilità di fuga. Inoltre, secondo quanto riportato dalle Nazioni Unite, diversi operatori umanitari sono stati ammazzati mentre erano in servizio.

Composta prima dell'attacco di Hamas del 7 ottobre, Casa mia è stata apprezzata sia dal pubblico che dalla critica e ha chiuso al quarto posto nella classifica finale. Esplose le polemiche, Ghali ha replicato all'ambasciatore israeliano nel corso dello speciale sanremese di Domenica In, davanti a cinque milioni di telespettatori.

Mi dispiace che abbia risposto in questo modo, c'erano tante cose da dire, ma per cosa altro avrei dovuto usare questo palco? Io sono un musicista ancora prima di essere su questo palco: ho sempre parlato di questo fin da quando sono bambino. Sono uno di quelli nati grazie ad Internet, quindi Internet può documentare che da quando sono bambino, da quando ho fatto le mie prime canzoni a 13-14 anni, parlo di quello che sta succedendo nel mondo. Non è dal 7 ottobre che succede, questa cosa va avanti già da un po'. Stiamo vivendo un momento in cui le persone sentono che vanno a perdere qualcosa se dicono viva la pace. Ci sono dei bambini di mezzo: quei bambini che stanno morendo, chissà quante star, quanti dottori, insegnanti, quanto geni, ci sono lì in mezzo.

Ghali, Mara Venier e Domenica In imbarazzanti

Dinanzi a queste parole, Roberto Sergio, l'amministratore delegato della Rai, si è sentito in dovere di diffondere un comunicato per ribadire la "convinta solidarietà al popolo di Israele e alla comunità ebraica" da parte del servizio pubblico televisivo. "Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano, e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre", fa sapere l'ad.

Il caso Ghali si fa subito politico tra favorevoli e contrari alle sue parole. Naturalmente Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Azione si scagliano con aggressività contro il rapper. Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana lo ringrazia applaudendo il suo spirito di "coraggio e verità" e definendo "inopportune" le accuse dell'ambasciatore. Stefania Ascari del Movimento 5 Stelle bolla come "rivoltante" la "pagina più nera della Rai di Meloni", ovvero il siparietto di Mara Venier che a Domenica In ha letto il comunicato di Sergio e zittito Dargen D'Amico, protagonista di un discorso simile sulle persone migranti, perché "non c'è tempo per parlare di questo", "mi mettete in difficoltà" e "non è questo il posto".

Il consigliere d'amministrazione Rai Davide Di Pietro ricorda che "non esistono morti di serie A o serie B ed il palcoscenico di Sanremo in particolare è stato e resterà a disposizione di chiunque voglia far passare messaggi di pace, coesione e rispetto". Barbara Floridia del Movimento 5 Stelle, attuale presidente della commissione di Vigilanza Rai, denuncia l'intervento di Sergio che "è sembrato avere l'intenzione di stigmatizzare la libera espressione delle opinioni di alcuni artisti". Il video con l'intervento di Ghali a Domenica In è disponibile su YouTube, a partire dal minuto 2:18.