John Carpenter compie 71 anni. Nato il 16 gennaio 1948 a Carthage, cittadina dello stato di New York, Carpenter è uno dei maestri assoluti della storia del cinema horror. Codificò, insieme a George Romero, Sam Raimi e Wes Craven, le regole, stilistiche come tematiche e narrative, del cinema dell'orrore moderno. Quale migliore occasione del suo settantesimo compleanno per ripassare quindi la sua quarantennale filmografia e scoprire o riscoprire i suoi capolavori e le caratteristiche fondamentali della sua poetica?
John Carpenter, la filmografia: gli anni settanta e Halloween
Carpenter esordì nel 1974 con Dark Star, e realizzò il suo primo vero grande film due anni dopo con Distretto 13 - Le brigate della morte, western travestito da horror claustrofobico ambientato in una stazione di polizia periferica abbandonata a se stessa. In questo film si vede già la capacità dell'autore di inserire allegorie sociali e sottili critiche alla società in un impianto di genere puro.
Del 1978 è invece Halloween - la notte delle streghe, suo primo film di culto e primo exploit al botteghino. Il film è tra i primi e più riusciti esempi del filone dello "slasher movie" e inaugura le avventure di Michael Myers, che tornerà in una ventina di seguiti, prequel, reboot e remake. Celebre è la sequenza iniziale girata nella soggettiva dell'assassino, esempio del talento anche solo puramente registico dell'autore.
Gli anni ottanta e Il signore del male
Gi anni ottanta sono il decennio in Carpenter realizzerà buona parte dei suoi film più celebri. Molti di questi uniscono l'horror con la fantascienza - emblematico è l'esempio del cult assoluto La cosa (1982), remake di un film degli anni cinquanta di Howard Hawks -, e molti di questi contengono una sottile ma evidente critica sociale, elemento che dà alla poetica dell'autore un significato politico e talvolta anche anarchico. Per esempio, 1997 - fuga da New York (1981) immagina un futuro distopico nel quale Manhattan è diventata un carcere di mega sicurezza. In Essi vivono (1988) invece il racconto dell'invasione aliena nasconde una critica al consumismo alienante e all'omologazione che diventa strumento di controllo da parte del potere.
Tra i suoi film più interessanti del decennio c'è anche un horror più puro. Il signore del male (1987), inquietante e quasi mistico film sul senso e sul potere del male, parte della cosidetta "trilogia dell'apocalisse" insieme a La cosa e a Il seme della follia (1994).
Gli anni novanta e Il seme della follia
Negli anni novanta nella filmografia di John Carpenter risalta in particolare Il seme della follia, forse il suo horror più sottilmente inquietante, e probabilmente anche la sua opera più teorica, quella in cui più riflette sul genere, nella quale la realtà e la finzione si mischiano continuamente. Non entusiasma invece Il villaggio dei dannati (1995), mentre Fuga da Los Angeles (1996) è il sequel di Fuga da New York, ancora più critico e satirico del primo episodio. Con Vampires e Fantasmi da Marte Carpenter invece riprende i debiti con il western, le cui coordinate narrative hanno ispirato molte sue opere.
Il nuovo secolo e The masters of horror
Sempre indipendente e non sempre in sintonia con il pubblico, anche con film poi diventati di culto, come molti registi della sua generazione non totalmente allineati alle regole dell'industria (Joe Dante e John Landis su tutti), Carpenter nel nuovo secolo lavorò sempre meno rimanendo ai margini. Tra i lungometraggi c'è solo il non più che discreto The Ward (2010), mentre più interessanti e potenti sono i due mediometraggi girati per la serie The masters of horror: l'ottimo Cigarette Burns nel 2005 e il buon Il seme del male nel 2006.
Carpenter è anche appassionato di musica e compositore delle colonne sonore di molti suoi film.
Fonte foto: facebook.com/tohorror.filmfest
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