A Cannes 77 è il giorno di Parthenope di Paolo Sorrentino, il decimo lungometraggio del regista napoletano e unico italiano selezionato nel Concorso ufficiale del festival. Prodotto da Fremantle e The Apartment con Saint Laurent, Numero 10 e Pathé Pictures, il film arriverà prossimamente nelle nostre sale con Piper Film (sarà il primo titolo della nuova distribuzione di Massimiliano Orfei, ex amministratore delegato di Vision) ed è il "rovescio" di È stata la mano di Dio: una favola sulla "giovinezza mancata" e "sognata" piuttosto che "vissuta" dal suo autore.
Parthenope, Sorrentino a Cannes: recensioni divise
L'accoglienza della critica internazionale a Cannes è fredda. Nelle recensioni Parthenope non decolla: il film divide la stampa, proprio come successe nel 2013 con La grande bellezza, valso però a Sorrentino la vittoria di Oscar, Golden Globe ed European Film Award. The Hollywood Reporter denuncia "il virtuosismo barocco" che "regala un sontuoso banchetto troppo ricco per essere digerito". Guardian ci va giù duro e bolla questa "facile auto-parodia in bikini" come un languido esercizio di stile "troppo presuntuoso per consentire qualsiasi partecipazione emotiva".
Non va meglio con Screen Daily che sottolinea il problema maggiore del film: "l'oggettificazione del suo personaggio centrale". La pensa allo stesso modo IndieWire, per cui Sorrentino nega alla sua protagonista "qualsiasi reale interiorità". È sarcastica la recensione del Telegraph che bolla Parthenope come "la sua solita lettera d'amore a Napoli e un'ode aggiunta al side-boob".
Sorrentino a Cannes 2024: Parthenope piace in Italia
Anche in Francia la critica è divisa. Télérama boccia il film perché "un affresco vanitoso e pomposo" che "profuma di malinconia adulterata e moltiplica le inquadrature gratuite". Anche per Le Monde la Parthenope di Sorrentino è una "dea del vuoto", mentre per Le Parisien la "sublime" sirena del regista è un "inno di bellezza mozzafiato alla città di Napoli" che "merita la Palma d'Oro". Le recensioni migliori arrivano da Variety, Deadline, The Playlist e TheWrap, magazine che promuovono a pieni voti Parthenope presentandolo come uno dei film più emozionanti di Sorrentino.
In Italia, dove la stampa è più indulgente, merita una segnalazione la recensione di Emanuela Martini su Cineforum. La critica, direttrice responsabile della rivista, definisce il film "eccessivo, barocco, rutilante, bulimico", ma anche "bello e innamorato della bellezza della sua protagonista", la Parthenope interpretata dall'esordiente Celeste Dalla Porta. Su Sentieri Selvaggi, infine, Simone Emiliani appioppa un 8 in pagella al film ("il cinema del regista trova spesso delle improvvise vertigini e ha uno stupore spielberghiano"), unico voto positivo in una sfilza di 4 e sufficienze striminzite.
Foto: Gianni Fiorito
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