Il protagonista della storia è Salvatore, detto Totò, che cresce in un paesino in Sicilia, Giancaldo. Appassionato di cinema, il piccolo Totò frequenterà assiduamente Alfredo, Philippe Noiret, nella sua cabina del Cinema Paradiso. I due diventeranno grandi amici e sarà proprio l'anziano e ormai cieco Alfredo a consigliare a Salvatore adolescente di andare via dalla Sicilia alla ricerca di un futuro migliore.
Sono tanti i personaggi del film che entrano subito nel cuore dello spettatore: Alfredo, ad esempio, è la guida di Totò, diventerà. Nel corso del tempo, una specie di figura paterna che lo legherà in modo indissolubile alla magia del cinema.
La madre di Totò giovane è apprensiva e protettiva nei confronti dei figli: disperata per la morte del marito in guerra, cercherà di mostrarsi sempre forte e impassibile nei confronti dei dolori della sua vita. Il ruolo è interpretato da Antonella Attili, la madre adulta è invece Pupella Maggio. Lei sarà l'unica in grado di far tornare Salvatore nella sua Sicilia, dopo avergli detto della morte di Alfredo.
Alcune curiosità sul film riguardano la scelta del nome Giancaldo per la città in cui è ambientata la vicenda: Giancaldo non esiste ma Tornatore ammette di aver preso il nome dal monte che sovrasta la sua città natia, Bagheria.
La scena dell'addio, quella in cui Alfredo “caccia” Salvatore dicendogli di dimenticare tutto e di non tornare più in Sicilia, è tratta da Il Gattopardo di Tomasi Lampedusa, nel passo in cui si fa riferimento ai siciliani che dovrebbero andar via dall'isola prima di aver compiuto 16 anni, perché subito dopo quella età tutti i difetti si sono già radicati nella persona.
Anche sulla scena dei baci rubati c'è un anneddoto interessante: il regista avrebbe voluto inserire un altro bacio celebre, quello del film La Radice di Shanghai in cui si baciano Orson Welles e Rita Hayworth. Il costo per quel solo estratto è una cifra da capogiro: 700.000 dollari per pochi secondi di baci.
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