Mancano pochi giorni all'inizio del Festival di Sanremo 2022, la terza edizione consecutiva sotto la direzione artistica di Amadeus. Ormai è tutto pronto: i cantanti in gara, le cover e i duetti, le presenze femminili, la lista degli ospiti, il rigido protocollo anti-contagio e la capienza dell'Ariston garantita al 100%. A rendere più elettrica l'attesa per la kermesse, dall'1 al 5 febbraio, ci pensa Paolo Bonolis con un'intervista concessa al settimanale Oggi.
Paolo Bonolis: Sanremo fuori dall'Ariston "non è sacrilegio"
Il conduttore romano di Sanremo se ne intende. Ha presentato il Festival due volte: la prima nel 2005, affiancato da Antonella Clerici e la modella Federica Felini, e la seconda nel 2009 con Luca Laurenti e diversi co-conduttori nel corso delle cinque serate, da Paul Sculfor e Alessia Piovan a David Gandy e Maria De Filippi.
Bonolis ha più volte rifiutato un "Sanremo-ter" perché le sue idee sono troppo rivoluzionarie per la Rai e il comune ligure: far traslocare il Festival dal "vecchio" Teatro Ariston e rinnovare la regia e la narrazione dell'evento.
Credo che, viste le potenzialità tecnologiche di cui disponiamo, si possa immaginare un racconto televisivo che sia più contemporaneo. Staccare Sanremo dall'Ariston non è un sacrilegio: l'Ariston non è stato consacrato da qualche fede religiosa! È un bellissimo teatro, che secondo me ha esaurito la sua funzione espressiva.
Sanremo 2022, ospiti italiani non convincono Bonolis
Il presentatore di Avanti un altro! immagina addirittura un Sanremo all'aperto, in una location suggestiva nel cuore della città per rilanciarne il suo paesaggio straordinario.
Non per forza in un luogo chiuso. Sanremo deve essere il più possibile stupefacente, sennò è una messa cantata, che ha un immenso valore, ma non si scosta da quella traiettoria che ha cavalcato per decenni. Serve qualcosa che lo spettatore italiano non ha modo di vedere nell'arco di tutta la stagione televisiva.
La formula stantia di oggi rende difficile la massimizzazione degli incassi alla quale punta la Rai con gli ascolti pubblicitari ed editoriali. Non solo: Bonolis riserva una stoccata pure alla presenza di superospiti tutti italiani.
Quando ha condotto lui Sanremo, riuscì a far arrivare personalità del calibro di Michael Bublé e Katy Perry, Kevin Spacey e Vincent Cassel, Annie Lennox, Alain Clark e il padre Dan. I superospiti di quest'anno lo convincono, ma non c'è paragone con le "big stars" internazionali.
È una scelta formidabile, Checco Zalone è un personaggio meraviglioso. Come pure Fiorello. Ma sono sempre il nostro prodotto. Portare Mike Tyson, Hugh Grant, Will Smith è costato parecchio ma ha conferito a Sanremo la reale patina di evento.
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