American Sniper: le guerre degli Stati Uniti dividono anche al cinema

American Sniper è un'opera di propaganda americana, un film perfetto tecnicamente ma il cui protagonista lascia parecchio perplessi

Se siete americani e repubblicani molto probabilmente considererete American Sniper un autentico capolavoro e individuerete nel protagonista, Chris Kyle, un vero eroe senza paura. Se invece invece non siete americani o se avete idee politiche differenti da quelle del regista Clint Eastwood allora, nella migliore delle ipotesi, considererete questo film come un'americanata (nell'accezione più negativa dal termine) nella peggiore invece vi sembrerà una sorte di remake di Rambo, un blockbuster da vedere quando non avete altro da fare: comunque sia faticherete a entrare in empatia con il cecchino dell'esercito statunitense che potreste vedere addirittura come un individuo pericoloso, fanatico, esaltato, ben lontano dal prototipo dell'eroe.

American Sniper: un film di propaganda a stelle e strisce

American Sniper è un film che divide come pochi altri, è un manifesto di propaganda cinematografica, la guerra in Iraq assume i contorni dell'eterna lotta tra il bene e il male, dove il primo è incarnato da tutto ciò che è a stelle e strisce mentre il secondo da tutto quello che non è americano. Per tutta la pellicola Clint Eastwood presenta i soldati americani, e in particolare il protagonista, come dei paladini di tutto ciò che è buono e giusto, dei salvatori della patria che combattano in Iraq per proteggere gli Stati Uniti (e un po' tutto il mondo): non esiste un solo marines dalla morale leggermente discutibile a differenza degli iracheni (o gli arabi in generale) che vengono rappresentati come l'incarnazione di tutto ciò che è male, che è terrore e morte. Nessuna eccezione: neanche le donne, i bambini o i campioni olimpici. La contrapposizione tra il bene e il male in American Sniper viene infatti perfettamente sintetizzata dalla sfida tra l'eroe americano e un cecchino arabo (in realtà mai esistito) che è stato medaglia d'oro alle Olimpiadi: Chris Kyle e Mustafa (questo il nome dell'immaginario campione di tiro a segno) danno vita ad un loro duello interno il cui esito, sembra voler dire Clint Eastwood, dirà chi tra gli eroi americani e i nemici arabi avrà avuto la meglio.

American Sniper: il libro di Chris Kyle è svuotato della sua umanità

Questa contrapposizione tra il bene e il male, tra gli Stati Uniti e il mondo arabo, viene fatto svuotando di fatto d'umanità il protagonista Chris Kyle. Il film American Sniper è stato tratto dall'omonima biografia del cecchino americano, un uomo che è stato sì una formidabile macchina da guerra ma che allo stesso tempo è stato profondamente mutato dalle sue esperienze belliche, subendo traumi psicologici che lo hanno portato ad avere problemi con l'alcool e nel relazionarsi con le altre persone. Il vero Chris Kyle in pratica è un uomo con i suoi pregi e i suoi difetti, i suoi punti di forza e le sue debolezze. Questi difetti e queste debolezze sono invece state quasi nascoste da Clint Eastwood che, pur rappresentandole in parte all'interno della sua opera, le mette su un piano secondario rispetto all'alone eroico con cui circonda il personaggio interpretato da Bradley Cooper.

American Sniper: Bradley Cooper è perfetto ma il film non convince

Dal punto di vista tecnico American Sniper è invece un film praticamente perfetto: il montaggio sonoro è fantastico, sembra di essere in prima persona al centro dell'azione, e anche il lavoro dei vari attori che compongono il cast è ineccepibile. Spicca su tutti un fantastico Bradley Cooper, capace di interpretare al meglio il ruolo disegnato da Clint Eastwood e anche di arrivare ad assomigliare molto dal punto di vista fisico a Chris Kyle allenandosi molto in palestra. In conclusione American Sniper è un film che lascia parecchio perplessi: è molto curato dal punto di vista tecnico, della regia e del montaggio (aspetti questi che fanno alzare di parecchio il giudizio finale del film) ma la sua storia e la rappresentazione che viene fatto del soldato Chris Kyle non è certo qualcosa di memorabile. Tutt'altro, è propaganda che alla fine arriva quasi a infastidire.

Voto: 5,5

Frase:
“Perché sono egocentrico? Io darei la vita per il mio paese”.
“Perché?”
“È il paese più bello del mondo e farei di tutto per proteggerlo. Mi dispiace per tua sorella, ma io non sono così”

Fonte immagine di copertina: facebook.com/pg/AmericanSniperOfficia