Fuocoammare in corsa per gli Oscar: ha battuto anche Perfetti sconosciuti e Lo chiamavano Jeeg Robot

Il film di Gianfranco Rosi è stato scelto per rappresentare l'Italia: a gennaio sapremo se sarà inserito nelle lista dei cinque migliori film stranieri

Un passettino verso Los Angeles ma non ancora quello definitivo: Fuocoammare di Gianfranco Rosi, già premiato con l'Orso d'Oro alla passata edizione del Festival di Berlino e con il Nastro d'Argento, è stato scelto per rappresentare l'Italia nella corsa all'Oscar per il miglior film straniero. Non è ancora una candidatura definitiva: il documentario di Rosi rappresenterà l'Italia fino a quanto l'Academy non sceglierà i migliori cinque film stranieri che entreranno nella short list dell'Oscar. 

La Commissione composta da Nicola Borrelli (direttore generale cinema del Ministero per i Beni e le attività culturali), Tilde Corsi (produttrice), Osvaldo De Santis (distributore), Piera Detassis (giornalista), Enrico Magrelli (giornalista), Francesco Melzi D'Eril (distributore), Roberto Sessa (produttore), Paolo Sorrentino (regista), Sandro Veronesi (scrittore) ha preferito Fuocoammare a molti film titolati. Questo era l'elenco iniziale: 

- Fuocoammare di Gianfranco Rosi
- Gli ultimi saranno ultimi di Massimiliano Bruno
- Indivisibili di Edoardo De Angelis
- Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti
- Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese
- Pericle il Nero di Stefano Mordini
- Suburra di Stefano Sollima

Il 24 gennaio sarà consegnata la lista definitiva: la cerimonia di consegna degli Academy Awards si terrà a Los Angeles domenica 26 febbraio 2017. La speranza "italiana" è che l'Academy scelga tra i tanti film stranieri anche quello di Gianfranco Rosi, il documentario che racconta le tristi vicende degli sbarchi a Lampedusa.

Questa la trama: Samuele ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola. Ma non è un’isola come le altre, è Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni di migliaia di migranti in cerca di libertà. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.