Gli sdraiati: Claudio Bisio non comunica né col figlio, né con il pubblico

Quello di Francesca Archibugi è un classico esempio di quando si dice che il libro è meglio del film

Terapia di coppia per amanti, La ragazza nella nebbia e Gli sdraiati: cosa hanno in comune questi tre film? Semplice, sono tutti italiani, sono arrivati nei cinema più o meno nello stesso periodo e sono stati tutti tratta da dei romanzi. Dei tre l'unico che può essere definitivo un buon film è però solo il thriller di Donato Carrisi e forse il suo segreto è che la pellicola è stata diretta dallo stesso autore del libro. Per Carrisi il compito di comprendere il romanzo e trovare il modo di farlo rendere al meglio sul grande schermo è stato certamente più semplice rispetto ai colleghi, in questo è sembrata particolarmente in difficoltà Francesca Archibugi, la regista de Gli Sdraiati. Il libro omonimo da cui è tratto, scritto da Michele Serra, racconta le difficoltà che hanno nel comunicare e nel comprendersi un padre e il figlio adolescente. Ovviamente questo è anche il tema della pellicola (la trama è praticamente la stessa) ma, per cercare di rendere la storia più cinematografica, la regista si è presa una serie di licenze artistiche, aggiungendo tutto un contorno di personaggi, non sono presenti nel romanzo, che non riescono però a dare il ritmo e il significato voluto all'opera cinematografica.

Gli sdraiati: il film che vorrebbe parlare dei rapporti tra un padre e un figlio adolescente

Un vero peccato, perché quello del rapporto tra padre e figlio e quello delle difficoltà di comunicare tra due generazioni differenti erano due temi interessanti, di attualità, che avrebbero potuto rappresentare una base più che solida per un film di qualità. Un prodotto forse di nicchia ma che avrebbe in parte potuto colmare un vuoto, a livello di tematiche, che il mondo del cinema non è ancora riuscito completamente a colmare a differenza di quanto ha fatto, ad esempio, la musica con la celeberrima canzone di Cat Stevens, Father and Son. I protagonisti de Gli sdraiati sono Giorgio Selva, un noto volto dei telegiornali separato dalla moglie, e il figlio di diciassette anni Tito: i due hanno ritmi di vita differenti, un rapporto non semplice che il padre cerca di rinforzare provando a entrare nel mondo del figlio.

Gli sdraiati: Claudio Bisio è promosso, come a teatro

Se il film diretto da Francesca Archibugi non riesce a rendere quanto la stessa regista romana sperava non è certo colpa degli attori protagonisti. A capitanare il cast troviamo Claudio Bisio, nei panni del giornalista televisivo Giorgio Selva: una scelta scontata, o meglio, quasi obbligata, quella del celebre attore, presentatore e comico, considerato che è stato protagonista anche della trasposizione teatrale de Gli sdraiati di Michele Serra. Sul palco, diretto da Giorgio Gallione, l'opera con Claudio Bisio è stata sì un vero e proprio successo, apprezzato dalla critica ma anche (e soprattutto) dal pubblico. Ma il cinema, si sa, ha un linguaggio diverso rispetto al teatro, si basa su immagini, luci, momenti, sfondi completamente differenti e probabilmente adattare il romanzo di Michele Serra per il cinema è un'opera ben più complicata rispetto a quella di adattarlo per il teatro, anche perché, di fatto, il libro è un monologo del protagonista. Oltre a Claudio Bisio del cast de Gli sdraiati fanno parte anche Gaddo Bacchini, Cochi Ponzoni, Antonia Truppo e Gigio Alberti, ma a nessuno di loro si può muovere qualche tipo di rimprovero.

Gli sdraiati: il libro è migliore del film

De Gli sdraiati di Francesca Archibugi rimane quindi un'opera che non riesce a esprimere tutto il proprio potenziale, un lavoro che lascia l'amaro in bocca soprattutto si si è letto il romanzo da cui è tratto o se si è visto lo spettacolo teatrale.Gli sdraiati è uno di quei classici casi in cui si dice che il libro è meglio del film. Vi consigliamo comunque la visione della pellicola visto i temi interessanti che tratta, ma vi consigliamo anche la letture del romanzo di Michele Serra.

Voto: 5,5

Frase:
“Ho visto un futuro quasi medievale: i giovani, in minoranza, umiliati, vengono cacciati ai margini della società da questa orda di vecchi assetati di potere, di privilegi”