Sono due i thriller che caratterizzano quest'autunno cinematografico: da una parte L'uomo di neve di Tomas Alfredson, tratto dall'omonimo romanzo di Jo Nesbø, dall'altra La ragazza nella nebbia, diretto e scritto da Donato Carrisi. Le due pellicole sono due gialli molto diversi, il primo ben più hollywoodiano, fatto di atroci omicidi, immagini forti, sangue e teste mozzate, il secondo invece è più psicologico, più italiano: può contare su un budget decisamente inferiore ma anche su una storia avvincente, su personaggi affascinanti e impossibili da catalogare, interpretati da attori straordinari come Toni Servillo e Jean Reno. In comune i due film hanno il clima tetro, il freddo, la neve (e anche la nebbia nel caso del film di Donato Carrisi), l'inverno: tutti elementi che rendono più terrificante e inquietante lo sfondo nel quale si svolgono le due vicende. Per Donato Carrisi La ragazza nella nebbia ha segnato il suo esordio dietro la macchina da presa: per essere il suo primo film lo scrittore se l'è cavata bene, riuscendo a ricreare (anche se non totalmente) le atmosfere descritte nel suo romanzo.
La ragazza nella nebbia: il film thriller che non avete mai visto
Protagonista del romanzo è l'ispettore Vogel, interpretato da un eccezionale Toni Servillo. Il personaggio è complesso, ben diverso sia dagli investigatori perfetti come Sherlock Holmes o Hercule Poirot, sia dagli alcolizzati detective de L'uomo di neve (sia il protagonista, Harry Hole, che Gert Rafto). La differenza è semplice quanto sconvolgente per questa tipologia di film o di romanzi: a differenza dei suoi colleghi, l'ispettore Vogel non è interessato a scoprire la verità, a far trionfare il bene o la giustizia. Non vuole arrestare il colpevole, ma vuole un colpevole.
E poco importa se si tratta di un innocente: se non lo è per l'opinione pubblica, non lo è neanche nella realtà. La ragazza nella nebbia gioca proprio su questo aspetto, sulla finta verità delle masse che si consolida sempre più fino a diventare vera. Ma il film di Donato Carrisi analizza anche un'altra realtà: quella della spettacolarizzazione della tragedie, degli show mediatici che spesso circondano fino a sovrastare le tragedie e i peggiori casi di cronaca nera.
La ragazza nella nebbia: Carrisi promosso anche come regista
Lo sfondo dove si muovono gli ambigui protagonisti della pellicola è Avechot, un'immaginaria cittadina sperduta tra le montagne in una valle del nord Italia, immersa nel bigottismo e nell'ottusità di molti suoi abitanti che sembrano appartenere a un'epoca distante, non solo nello spazio ma anche nel tempo, dal resto del mondo. Lo scenario perfetto per fare da contorno ad una storia oscura e intricata. Tra gli aspetti più apprezzabili di questo film c'è poi il ritmo: La ragazza nella nebbia non va veloce, non ha fretta di raccontare gli episodi e soprattutto di presentare i suoi protagonisti. Il ritmo rallentato, ma non lento, non è sinonimo di noia o pesantezza, ma è l'elemento che serve alla pellicola per evidenziare tutti i suoi particolari, per farla risaltare al meglio anche tra le nebbia che di notte avvolge Avechot.
La ragazza nella nebbia: un finale che sorprenderà
In conclusione, La ragazza nella nebbia è un film che consigliamo a tutti, non solo agli amanti del thriller. È la dimostrazione che in Italia si possono produrre anche qualcosa di diverso dalle solite commedie, che spesso non fanno neanche ridere, che per molto, troppo, tempo abbiamo visto al cinema come unico prodotto tricolore della settima arte. Negli ultimi anni sono stati realizzati lavori di qualità anche di altri generi cinematografici e questo thriller di Donato Carrisi ne è un esempio. È un giallo molto diverso dagli altri e, dopo averlo visto, molto probabilmente vi interrogherete su chi sia realmente il colpevole. Non ve lo riveliamo per non rovinarvi la sorpresa, lasciamo a voi il compito di scoprirlo guardando questo film. La ragazza nella nebbia non vi deluderà.
Voto: 7
Frase:
“E' il male il vero motore di ogni racconto: gli eroi e le vittime sono solo uno strumento, perché ai lettori non interessa la vita quotidiana, hanno già la loro”
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